Nei giorni immediatamente successivi alla strage del Bataclan, la lettera aperta ai terroristi del marito di una delle 130 persone uccise quella notte del 13 novembre 2015 tra la sala del concerto e i bar e i ristoranti lì intorno, era divenuta quasi un manifesto: non avrete il mio odio, scriveva Antoine Leiris, rimasto solo col figlio piccolino che prometteva di crescere «lontano dalla paura». Queste parole, sull’odio e sull’amore, con riferimento a quella lettera entrano anche nel film di Isaki Lacuesta, Un año, una noche tra i discorsi dei quattro amici sopravvissuti all’attentato. Ma cosa significa «sopravvissuto»? Che implicazioni...