La chiusura improvvisa della Caterpillar di Jesi fu una condotta antisindacale. Così ha stabilito il tribunale del lavoro di Ancona che ha dato ragione al ricorso presentato dalla Fiom. La sentenza emessa dalla giudice Tania De Antoniis, comunque, non annulla i 270 licenziamenti, ma accorda 50mila euro di risarcimento che il sindacato deciderà poi a cosa destinare. Una decisione a due facce perché, se da un punto di vista chiarisce che l’azienda non ha rispettato gli obblighi di informazione preventiva previsti sia dal contratto nazionale metalmeccanico sia da quello aziendale, da un’altra angolazione non ferma la mannaia che si sta per abbattere sui lavoratori: a partire da domani, infatti, resteranno solo 15 giorni per completare la vendita della fabbrica alla lombarda Imr, la cui offerta di acquisto è stata accettata lunedì pomeriggio. La Fiom, pur dichiarandosi soddisfatta dalla sentenza, annuncia ricorso.
«Riteniamo che questa sia una vittoria per i lavoratori che in questi mesi hanno messo in campo una resistenza straordinaria – commentano Mirco Rota e Tiziano Beldomenico della Fiom –, ora occorre dare seguito agli accordi presi per garantire la ripresa produttiva e la continuità occupazionale». La trattativa tra Caterpillar e Imr prosegue nella sede della Regione Marche, dove ieri è stato sottoscritto il verbale dell’accordo raggiunto al Mise.