Sono le sei del mattino fuori dall’aeroporto di Tindouf, l’ultimo avamposto territoriale dello stato algerino, a poca distanza da Marocco e Mauritania. Dopo due giorni di mancati atterraggi per le condizioni climatiche avverse in un giorno qualsiasi di febbraio il vento è cessato. Azma, originario del villaggio di Dakhla, nei territori occupati, ha combattuto per 15 anni contro il governo di Rabat. Ora è fa da autista in una notte insolitamente fredda, gli occhi intensi nel buio a mo’ di segnale della determinazione del suo popolo. UNA COLONNA DI JEEP dei lontani anni Ottanta procede verso la frontiera saharawi, la...