L’Italia ribolle: oggi saranno ben 13 le città con il bollino rosso, ossia il livello massimo di allerta che prevede rischi per la salute della popolazione generale e non solo dei soggetti a rischio. Le città «rosse» saranno – in ordine alfabetico – Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Frosinone, Latina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Rieti, Roma e Torino. Le temperature percepite raggiungeranno i 39 gradi a Napoli e Frosinone, i 37 a Roma e Palermo, i 36 a Milano. Secondo il bollettino quotidiano del ministero della Salute, la buona notizia è che l’ondata di calore che avvolge il Paese si avvicina al picco. Domani il numero di bollini rossi scenderà infatti a 12: passeranno al «giallo», il primo grado di allerta, Napoli e Palermo, mentre «guadagnerà» il bollino rosso Viterbo.

Lo scenario meteo dei prossimi giorni contempla anche temporali, tornado e nubifragi, in particolare in Veneto ed Emilia-Romagna. I fenomeni estremi sono collegati a una perturbazione proveniente dall’Atlantico, che porterà aria fredda in quota. «Dopo un periodo senza precipitazioni – sottolinea Tommaso Torrigiani, meteorologo del Consorzio Lamma-Cnr – ora ci sono le condizioni per lo sviluppo di forti temporali. Arrivati a questo punto della stagione estiva, in atmosfera, infatti, c’è molta energia, a causa delle elevate temperature del suolo e dell’umidità. Queste condizioni, soprattutto venerdì – precisa Torrigiani – potranno favorire non solo la formazione di celle temporalesche sulle Alpi, ma anche in Pianura Padana e sugli Appennini centro-settentrionali». Secondo il meteorologo del Consorzio Lamma-Cnr, «venerdì non sono esclusi anche fenomeni estremi, conseguenza del cambiamento climatico e del riscaldamento globale, come tornado, nubifragi e raffiche di vento».

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Un’anticipazione di questi fenomeni s’è avuta in Trentino, dove una colata di detriti, fango e acqua ha investito una ventina di case abitate, senza provocare feriti, in località Prà dei Laresi sul pendio nord della Vigolana a Vigolo Vattaro. Il distacco è partito dalla cresta e ha investito tutto il versante anche con blocchi fino a un metro di diametro. Tutto a causa dalle forti piogge di domenica, 40 millimetri caduti in mezz’ora, che hanno provocato il distacco in quota seguito dall’enorme colata fin quasi al fondovalle: dalle prime stime diverse decine di migliaia di metri cubi di materiale. Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha parlato di «un evento meteorologico fuori scala»: quello che ha interessato il bacino del rio Stanghet è un evento con un tempo di ritorno di 350 anni.

Ieri, intanto, la Regione Toscana per bocca dell’assessore regionale all’Ambiente, Monia Monni, ha pensato di chiedere lo stato di emergenza per la moria dei pesci a Orbetello, dovuta al caldo. Monni si è recata in laguna, a vedere la situazione, chiedendo che «il governo batta un colpo», anche perché si tratta di un’area che è Sito di interesse nazionale (Sin), oltre a essere un habitat unico per il suo ecosistema. Ha anche sottolineato che sono allo studio eventuali ristori per le attività che sono state interessate, mentre il comune si sta dando da fare per ripulire tanto che le spiagge sono fruibili.

Gilberto Ferrari, Fedagripesca-Confcooperative, spiega così il fenomeno: «Tutti gli ambienti umidi che fanno notare profondità d’acqua non molto pronunciate, come Orbetello, in cui oscilliamo tra 1 e 2 metri d’acqua, producono surriscaldamento molto forte. Questo fa sì che il ricambio d’acqua sia molto poco, la presenza di alghe sottrae grandi quantità di ossigeno per cui si crea anossia e i pesci muoiono». Anossia, mancanza di ossigeno: registriamola questa parola, perché ne sentiremo parlare.