Nel numero di Alias del 19 marzo 2022 si parla di alcuni festival, in questa stagione sempre più numerosi, come il Cinéma du Réel con il suo focus sul cinema africano e i lavori sulla fine del lavoro industriale, il triestino Mille Occhi con la vocazione a far riemergere capolavori dimenticati o scomparsi, o ancora sguardi all’est dalla Berlinale appena passata.

Vogliamo qui però fermarci a Vilnius, per un caso di intolleranza culturale nei confronti della Russia, non il primo in questi giorni, ma ancora una volta il bersaglio è la Russia e un poeta, Chlebnikov: al Meeting Point, mercato del festival di Vilnius dopo essere stato accettato è stato fatto ritirare Timekeeper con la motivazione che la regista, Kristina Paustian è di nazionalità russa, e altrettanto sgradita e inaccettabile la tematica russa del suo film.

In realtà la regista vive da almeno quindici anni per motivi politici a Berlino dove ha anche insegnato all’Accademia di Belle Arti. In Timekeeper segue le tracce del poeta «futurista» nei luoghi dove ha viaggiato e vissuto, Sahara e Africa del nord, la Kalmukia (dove era nato nel 1885), Berlino, Astrakan, per poi morire giovane, d’inedia a soli 37 anni nel 1922. l’Italia è evocata nel ricordo di Giordano Bruno e Copernico, avendo dedicato buona parte della sua immaginazione e teorie a questioni esoteriche, oltre che visionarie, lessicali e matematiche.

Il produttore del film Paolo Maria Spina (Revolver) che ci ha comunicato la decisione di Vilnius, ci riferisce da Salonicco che il film è stato invece accettato al Doc in progress del Thessaloniki Documentary Festival: «Dopo lo scandaloso boicottaggio da parte dei lituani abbiamo avuto una dimostrazione di apertura ben diversa da parte dei greci. La regista, aggiunge, vive a Berlino ormai da anni per motivi di dissenso e non abbiamo avuto dai russi neanche un rublo dalle istituzioni, il film è totalmente autofinanziato. È curioso che il poeta più pacifista debba subire questa discriminazione. Nella versione italiana, dice, si aggiungerà a Timekeeper come sottotitolo «Appunti di viaggio sulla scrittura di un film» perché il film non è direttamente su Chlebnkov, ma sul viaggio della regista che visita vari luoghi dove il poeta è vissuto scrivendo appunti su come lavorare a un a sceneggiatura».

Una casa di produzione, la Revolver rivolta spesso all’est e alla poesia, alle scienze, alla spiritualità con i suoi film come il recente Andrej Tarkovskij il cinema come preghiera firmato dal figlio del regista Andrej Tarkovskij jr, alcuni degli ultimi film di Zanussi come Corpo estraneo e Ether.