Due sedute della Giunta per le autorizzazioni del Senato per tirare le conclusioni di una vicenda messa in stand by dall’emergenza coronavirus e che ora rischia di concludersi sulla scia delle polemiche sollevate dalla chat in cui l’ex presidente dell’Anm, Luca Palamara, si dice convinto della necessità di «attaccare» Matteo Salvini per le sue politiche anti-migranti quando sedeva ai vertici del Viminale.

Domani e martedì l’organismo parlamentare presieduto da Maurizio Gasparri farà il punto sul caso Open Arms, la nave dell’omonima ong spagnola lasciata da Salvini in attesa per 19 giorni al largo di Lampedusa con 164 migranti a bordo. Per questa vicenda il Tribunale dei ministri di Palermo ha chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere nei confronti del leghista, accusandolo di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Il voto della Giunta è previsto nel pomeriggio di martedì.

I fatti contestati all’ex ministro risalgono al periodo che va dal 1 al 20 agosto dell’anno scorso, quando alla nave venne impedito di sbarcare il suo carico di uomini, donne e bambini. Per Salvini il compito di indicare alla ong un porto sicuro spettava alla Spagna, paese di bandiera della nave, o a Malta, zona più vicina al punto in cui avvenne il salvataggio, ma nella sua decisione di impedire lo sbarco i magistrati siciliani vedono una «violazione di convenzioni internazionali e di norme interne in materia di soccorso e tutela dei diritti umani». C’è poi lo scambio di mail tra lo stesso Salvini e il premier Conte, nelle quali quest’ultimo chiedeva più volte al ministro di far sbarcare almeno in minori ottenendo sempre un rifiuto come risposta.

Il voto della Giunta non sarà comunque definitivo. La decisione finale spetta infatti all’aula del Senato che dovrà esprimersi entro 30 giorni. Quello della Open Arms non è l’unico caso di cui Salvini deve rispondere. Il 3 ottobre è prevista infatti l’udienza davanti al Gup di Catania per la vicenda della nave Gregoretti.