La Procura di Roma fa il primo passo nel tentativo di stabilire quanto successo il 22 febbraio scorso nella Repubblica democratica del Congo all’ambasciatore Luca Attanasio, al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo. Con la chiusura delle indagini (che proseguono invece sul fronte «sequestro a scopo di terrorismo» per identificare i componenti del gruppo armato responsabile dell’agguato), il procuratore ha iscritto nel registro degli indagati il responsabile della sicurezza del World Food Programme Mansour Luguru Mwagaza e il vice-direttore del World Food Programme in Congo, l’italiano Rocco Leone, usciti indenni dell’attentato.

I DUE SONO ACCUSATI di una serie di gravi violazioni come aver dichiarato il falso sulla presenza dell’ambasciatore agli uffici locali, non aver avvertito i militari della missione Monusco (Missione Onu per la stabilizzazione della Repubblica democratica del Congo) che avrebbe dovuto valutare il rischio, senza neanche classificare la pericolosità della strada o spiegarla agli altri componenti del convoglio. In più ignoravano le richiesta di Vittorio Iacovacci di utilizzare mezzi blindati, rassicurandolo sulle misure di sicurezza rafforzate. Una serie di negligenze che hanno portato alla morte di tre persone e che merita di essere approfondita essendo il loro comportamento la ragione di questi tragici eventi, dice la nota della Procura.

IL WORLD FOOD PROGRAMME (Wfp) ha cercato di invocare l’immunità diplomatica per i due indagati in base a due norme della Convenzione del 1947 sulle agenzie delle Nazioni unite, oltre che con l’accordo con il quale il Wfp scegliendo l’Italia come sede estenderebbe la copertura a tutti i suoi funzionari. La magistratura italiana sostiene che questa sarebbe valida solo per i funzionari accreditati in Italia, non in Congo. Una questione tecnica, che la procura intende superare con questo primo atto.

Nessun commento è arrivato dall’abitualmente solerte ufficio stampa del Wfp e nemmeno dal governo del presidente Felix Tshisekedi, che è sembrato solo voler dimenticare quanto successo quella mattina. La famiglia Attanasio per voce della moglie Zakia ha espresso gratitudine per il lavoro svolto dalla Procura di Roma e si augura che il Wfp smetta di ostacolare l’indagine.

DA UNA FONTE LOCALE si apprende invece che i tre membri congolesi del Wfp presenti nel convoglio sono stati invitati a non parlare del caso e sono stati tutti promossi e trasferiti, Rwagaza all’estero, gli altri due in province remote della Repubblica democratica del Congo.

Dopo gli arresti sbandierati pochi giorni fa dai militari locali nel lontano Kivu del Nord, un’operazione di polizia che aveva lasciato molti dubbi e per la quale Roma attende ancora i verbali, oggi si fa un passo nella giusta direzione. Ma non sarà un cammino facile.

Errata Corrige

Primo passo della Procura di Roma, che accusa di negligenza il responsabile della sicurezza Mansour Luguru Mwagaza e il vice-direttore del Wfp a Kinshasa, l’italiano Rocco Leone, negli eventi che hanno portato alla morte dell’ambasciatore, del carabiniere Iacovacci e dell’autista Mustapha Milambo. intanto prosegue l’inchiesta per individuare gli autori del tentato sequestro finito tragicamente il 22 febbraio di un anno fa