Denazificazione, provocazione Nato, propaganda statunitense, l’Occidente Collettivo: le affermazioni di Vladimir Putin nella sua intervista con l’ex giornalista di Fox News Tucker Carlson non sono diverse da quelle ripetute senza sosta dal presidente russo in due anni di guerra. Cambia però significativamente il contesto: la prima intervista di un “giornalista” occidentale dal 24 febbraio 2022 – la cui permanenza in Russia ha ricevuto nel paese una «copertura fino all’ultimo respiro» con le parole della corrispondente est europea della Bbc Sarah Rainsford – ospitata da uno dei più grandi social network al mondo. E cioè X (l’ex Twitter) dove il programma di Carlson è migrato dopo il suo licenziamento dall’emittente dei Murdoch – timorosa di future cause legali che si profilavano contro il conduttore troppo estremista perfino per Fox -, ospitato da Elon Musk che nella nottata di ieri ha prontamente ripostato il video dell’intervista: Watching it now, ha scritto.

PIÙ CHE UN’INTERVISTA un monologo, che parte da molto lontano – il nono secolo precisamente: quando Carlson gli domanda le sue ragioni per aver invaso l’Ucraina Putin chiede 30 secondi per un «piccolo background storico», parte dall’800 e il principe Yaroslav e in 40 minuti circa arriva ai giorni nostri davanti allo sguardo perennemente basito di Carlson. «È una conversazione seria o uno show?» lo liquida Putin quando il giornalista tenta di interromperlo, anche se è per fargli domande sugli argomenti attentamente studiati per risuonare fra gli spettatori trumpisti e i loro simpatizzanti europei: potrebbe ristabilire una comunicazione con il governo Usa un domani in cui alla Casa bianca non ci fosse più Joe Biden? Che ruolo svolge la cristianità nella carica presidenziale? Oltre a non troppo velati riferimenti al fantomatico Deep State.

Verso la fine del dialogo Carlson – che evita ogni domanda problematica sui crimini di guerra russi o sulla repressione interna di ogni dissenso – osa chiedere al presidente se c’è la possibilità che gli venga consegnato Evan Gershkovich, il giornalista del Wall Street Journal arrestato a Mosca con l’accusa di spionaggio per conto degli Stati uniti. La risposta di Putin è che questo potrà accadere solo in seguito a uno scambio di prigionieri: vuole in cambio Vadim Krasikov, l’agente dell’intelligence russa detenuto in Germania per l’omicidio di un separatista ceceno – «un patriota» che ha «eliminato un bandito».

Perfino Carlson sente il bisogno di introdurre l’intervista con un breve monologo fronte Cremlino in cui racconta della sua «sorpresa» davanti al lungo monologo iniziale di Putin, ma poi spiega che le sue ragioni «ci sono sembrate sincere» alla luce di come si è sentito «ferito» dalla unanime condanna occidentale.

QUASI TUTTI i commentatori statunitensi hanno osservato che il «grande colpo» di Carlson gli si è rivoltato contro, sommergendolo di parole farneticanti a cui non poteva né voleva tenere testa, e che risultano in gran parte di scarso interesse anche per i più convinti sostenitori della teoria per cui Trump e Putin lottano spalla a spalla contro la cabala democratico/ebraica che controlla il mondo e macella bambini. Un dato di fatto ancorato però a un mondo che non c’è più: sostituito dalla galassia social dove l’informazione è spacchettata, fatta a pezzi, decontestualizzata e trasmutata in messaggi precisi. E dove Tucker Carlson ha mandato a segno più di un colpo. «Se davvero volete fermare i combattimenti – gli dice il presidente russo – dovete smettere di fornire armi. In questo modo sarà finita nel giro di poche settimane». Basterebbe una clip di questa risposta per incassare esattamente il risultato desiderato, dare il segnale “giusto” nei giorni in cui l’esercito trumpista al Congresso dà battaglia sui finanziamenti all’Ucraina, e i media della destra americana fanno penetrare sempre più anche in Europa l’idea per la quale con l’avvento di una nuova presidenza Trump verrebbe finalmente ripristinata la pace.

UN CENNO di amicizia di Putin anche al vero conduttore della serata, Elon Musk. Quando Carlson gli chiede di intelligenza artificiale e sviluppi tecnologici, il presidente gli risponde che «non c’è modo di fermare Elon Musk. Farà ciò che ritiene giusto».