Capri ieri è stata interdetta agli sbarchi dei turisti per mancanza d’acqua. In mattinata il sindaco, Paolo Falco, ha emanato un’ordinanza draconiana per scongiurare rischi sanitari. L’ha ammorbidita poi nel primo pomeriggio, stabilendo che il divieto non valesse più per i proprietari di seconde case e per chi dimostrasse di avere prenotato sull’isola una struttura ricettiva, ma ormai la notizia aveva fatto il giro del mondo. Una delle più celebri mete turistiche del mondo era stata chiusa ai vacanzieri in un fine settimana d’inizio estate perché non c’era modo di utilizzare i servizi igienici, fare una doccia o riempire al rubinetto il bicchiere e cominciavano a scarseggiare anche le bottiglie di acqua minerale nei supermercati. Le immagini della biglietteria del porto napoletano assediate da persone che non sapevano bene cosa fare rimbalzavano intanto dall’una all’altra televisione.

Sotto accusa è finita la gestione Gori, la società che distribuisce l’acqua nei comuni del vesuviano, a Capri e in penisola sorrentina. Una compagine costituita al 51% dall’ente d’ambito sarnese vesuviano, che raggruppa diversi comuni, e al 37% da Sarnese Vesuviano srl, una controllata di Acea, la quale esprime l’amministratore delegato. Gori è finita nel mirino delle critiche perché il guasto che ha provocato l’interruzione idrica in alcune zone di Capri e di Anacapri, nonché della penisola sorrentina, si è verificato giovedì mattina e 48 ore più tardi la faccenda non era stata ancora risolta. Il 20 giugno aveva ceduto un pezzo di una grande condotta di adduzione nella zona di Pozzano, a Castellammare di Stabia, che ha un ruolo strategico per l’approvvigionamento idrico di Capri. Le immagini girate con gli smartphone da chi era lì mostrano un impressionante getto d’acqua ad alta pressione che schizza dal tubo bucato e che allaga la strada statale. Giovedì nel primo pomeriggio Gori aveva diramato una nota – ottimistica, col senno di poi – nella quale annunciava che i tecnici erano al lavoro e che il problema sarebbe stato risolto entro venerdì alle 12.

Due giorni fa, però, in una seconda nota comunicava che in penisola sorrentina la fornitura sarebbe stata ripristinata entro la mezzanotte e rimandava a «specifici aggiornamenti per Capri». Ieri a metà mattinata la società ha reso noto che «alla riapertura del flusso idrico, si sono presentati problemi tecnici che determinano ancora carenze idriche in diverse località dei comuni della penisola sorrentina e nell’intera isola di Capri». Alle 17.30 di ieri, infine, l’ultimo comunicato: «Il problema è stato individuato e risolto. È completato, pertanto, il riempimento della condotta sottomarina per Capri ed è stato avviato il servizio alle prime utenze. Gori prevede che a partire dalle ore 18, salvo imprevisti, potrà essere regolarizzato gradualmente il ripristino del servizio idrico alle utenze dell’isola di Capri». Commento alle 17 circa di ieri di Nabil Pulita, attivista sull’isola del circolo di Legambiente, il quale risiede ad Anacapri: «Da giovedì siamo senz’acqua. Gori ha sfruttato le riserve idriche per due giorni e poi siamo rimasti a secco. Non hanno mandato alcuna nave cisterna per approvvigionare l’isola. Stamane sono sbarcate due piccole autobotti, del tutto insufficienti. La società ha dimostrato di non avere alcun piano di emergenza».