Una notazione più che marginale. Noi siamo talmente abituati a pensare al sistema politico americano come perfettamente bipartitico che non facciamo caso all’esistenza di “terzi partiti” con minicandidati che prendono percentuali irrisorie (più o meno quelle che prendevamo noi negli anni ‘70) – che però, in un sistema uninominale secco, possono avere un impatto non irrilevante.

Guardiamo gli ultimi stati in cui Biden ha finalmente scavalcato Trump, con nostro infinito sollievo, e allarghiamo la prospettiva: Georgia: Joe Biden 2,461.455 voti; Donald Trump, 2,454.207; Jo Jorgensen, 61.792. Pennsylvania: Biden, 3.337.069; Trump, 3.308.192; Jorgensen 77.116. Lo stesso in Wisconsin: Biden ha circa ventimila voti più di Trump, e Jorgensen ne ha presi 38.415. In Arizona, il margine è di trentamila voti, e Jorgensen ne ha 47.632. In Nevada è stato così per molte ore, poi la forbice si è allargata.

[do action=”citazione”]In tutti e tre i casi, dunque, i voti andati a Jo Jorgensen candidata del Libertarian Party (che in Usa vuol dire un partito sostanzialmente di destra radicale) sono di più del margine di vantaggio di Biden su Trump.[/do]

Certo, non è affatto detto che se non ci fosse stato il Libertarian Party questi voti “dispersi” sarebbero andati tutti a Trump, e comunque i margini possono cambiare nel seguito dei conteggi. Ma è qualcosa su cui fermarsi a ragionare un momento. Arizona, Wisconsin, Pennsylvania e Georgia hanno un totale di 57 voti elettorali; c’è la possibilità che alla fine l’esito positivo di questa fondamentale elezione dipenda anche dalla presenza iperminoritaria di una candidatura “di disturbo” a destra: per una volta, sono loro a dividersi.

Questo non rende la vittoria di Biden meno legittima: ha vinto nettamente nel voto popolare, anche se non sempre nel sistema americano questo basta. Piuttosto, direi che questi dati la fanno apparire ancora più preziosa: è un segno di quanto siano presenti nel paese visioni del mondo, della società e della politica che abbiamo corso il rischio di veder restare al potere o nei suoi dintorni per altri quattro anni.

Che Dio benedica Jo Jorgensen!