C’è un nuovo ordine di esecuzione della pena per Luigi Bergarmin, 74 anni, ex militante dei Proletari Armati per il Comunismo, tra i 10 ex militanti dell’ultrasinistra per i quali la Cassazione francese ha negato all’Italia l’estradizione. Ad emetterlo è stata la procura di Milano, sulla base di un ricalcolo della sua pena. Giudicato colpevole di concorso morale negli omicidi del carabiniere Antonio Santoro e del poliziotto Andrea Campagna (avvenuti tra il 1978 e il 1979 e materialmente compiuti da Cesare Battisti), Bergamin era stato condannato in via definitiva nel 1991 e la pena residua che dovrebbe scontare ammonta a 18 anni, 11 mesi e 1 giorno. Il provvedimento è stato notificato alla difesa e adesso, in linea teorica, il ministero della Giustizia potrebbe inviare a Parigi una nuova richiesta di estradizione, anche se il parere della Cassazione francese ha in realtà già chiuso definitivamente la vicenda. In buona sostanza, salvo improbabili colpi di scena, l’ordine potrebbe essere eseguito soltanto nel caso in cui l’ex Pac dovesse rimettere piede in Italia.

La decisione della procuratrice milanese Adriana Blasco si basa sul fatto che gli omicidi sono stati commessi «in continuazione» e, dunque, i termini della prescrizione sono diversi da quelli inizialmente stabiliti. Appena pochi giorni prima del blitz dell’operazione Ombre Rosse e della sua costituzione alle autorità francesi, il tribunale di Sorveglianza di Milano, sempre su istanza della procura, aveva emesso un provvedimento in cui si dichiarava la «delinquenza abituale» di Bergamin: questo ha bloccato la prescrizione e reso possibili i nuovi passaggi. Che però difficilmente si concretizzeranno in un ingresso in carcere dell’ex Pac.