Il protocollo di intesa tra il ministro dell’interno Piantedosi e quello delle politiche agricole Lollobrigida per l’assegnazione di lotti di terreni confiscati alle mafie a singoli giovani imprenditori è del tutto illegittimo. Gongola la Coldiretti anche perché ha trovato buona compagnia con Cgil, Uil e Cisl mentre nel settore della cooperazione l’unica organizzazione che si è resa conto del misfatto è rimasta la Confcooperative che ha protestato per lo stravolgimento della legge 109/96 (riprodotta all’interno dell’art. 48 del Codice antimafia) e per il conseguente scippo di quei terreni a una gestione sociale.

Sono stato sollecitato a intervenire come autore della legge 109/96, ovviamente di iniziativa parlamentare e non popolare come si vuol far credere in giro, e lo faccio volentieri per ribadire il mio sostegno al mondo della cooperazione vittima di questo colpo di mano dell’esecutivo.

La legge 109 e il successivo art. 48 del Codice antimafia prevedono specifiche procedure per l’assegnazione dei beni immobili confiscati, procedure che non contemplano affatto intese tra ministeri e meno che mai un interessamento del ministero dell’agricoltura: già sotto questo profilo il protocollo è illegittimo.

Inoltre, ed è il secondo profilo di illegittimità, la platea dei destinatari delle assegnazioni è formata esclusivamente da enti locali, associazioni o comunità e mai e poi mai da singoli, ancorché giovani imprenditori in erba: la legge è quella che è e per arrivare al protocollo Piantedosi – Lollobrigida sarebbe dovuta cambiare.

Tutta la normativa è protesa a riaffermare l’uso sociale dei beni confiscati ed è per questa ragione che nel corso degli anni destinatari dei beni immobili sono rimasti le associazioni, le comunità o gli enti per il recupero dei tossicodipendenti.

Man mano si sono aggiunti altri destinatari come il personale delle forze armate o della polizia, ma sempre costituiti in cooperative edilizie. Si propaganda la pretesa bontà del protocollo con la sottrazione dei beni alle mafie e un protagonismo dell’imprenditoria agraria giovanile, ma si dimentica di dire che contemporaneamente questi vengono sottratti all’unico destinatario, a quel mondo della cooperazione e del terzo settore preso in considerazione dalla legge.

Egregi ministri e sindacalisti, si blatera troppo di legalità a sproposito e sarebbe ora di osservala nei fatti. Le forze progressiste dovrebbero battere un colpo e scendere in campo a fianco del mondo della cooperazione proprio per il ripristino di quella legalità violata.