Esce l’abuso d’ufficio ma, con il decreto carceri varato due giorni fa dal consiglio dei ministri, entra l’«indebita destinazione di denaro o cose mobili», che poi sarebbe un abuso d’ufficio più morbido. Sembra un gioco di prestigio quello che si è visto ieri alla Camera con l’approvazione del primo articolo del decreto Nordio – non a caso subito ribattezzato decreto Silvan dalle opposizioni – e invece è l’escamotage trovato dalla maggioranza per cancellare l’articolo 323 del codice penale evitando non solo un possibile vuoto normativo, ma anche il rischio di una procedura di infrazione da parte di Bruxelles. Accogliendo, soprattutto, la moral suasion del Quirinale. Una manovra che non solo non soddisfa, ma anzi preoccupa l’Associazione nazionale magistrati: «La cosa che colpisce – denuncia il presidente Giuseppe Santalucia – è che si abroga il reato di abuso d’ufficio e se ne introduce un altro, con decreto legge, che è il vecchio peculato per distrazione. E’ il segno tangibile che la scelta di abrogare l’abuso di ufficio è una scelta infelice. Si corre ai ripari con un provvedimento normativo d’urgenza per introdurre una pezza per colmare quei vuoti di tutela che saranno creati dall’imminente abrogazione dell’abuso».

Ma andiamo con ordine. Ieri a Montecitorio era in discussione il dl Nordio (già approvato dal Senato a febbraio) che all’articolo 1 prevede proprio l’abolizione del reato d’ufficio. Da parte delle opposizioni arriva però la richiesta di una sospensione dei lavori e della presenza in aula del ministro della Giustizia per un’informativa urgente sulla nuova fattispecie di reato introdotta con il dl carceri, l’«indebita destinazione di denaro o di cose mobili» che punisce «il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, avendo per ragioni del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altri, li destina a un uso diverso da quello previsto da specifiche disposizioni di legge». Reato per il quale è prevista la reclusione da sei mesi e tre anni.

«Chiediamo – spiega la capogruppo del Pd Chiara Braga – che il ministro ci venga a dire cosa il governo ha approvato ieri (mercoledì, ndr) su questa norma. Vogliamo sapere se quello che stiamo discutendo si sovrappone alla decisione che ha preso il governo». Richiesta respinta. «E’ un’ipotesi completamente diversa», spiega Nordio non in aula ma parlando con i giornalisti in Transatlantico. «E’ diverso il bene protetto, qui si parla di distrazione che significa veicolare le risorse che hai a disposizione verso una destinazione che non è quella fisiologica. Quindi non ha niente a che vedere con l’abuso d’ufficio». Alla fine l’articolo 1 viene approvato con 170 voti a favore contro 77. I lavori riprenderanno martedì della prossima settimana. «La destra approva l’abolizione del reato di abuso d’ufficio con il sostegno di Italia viva e Azione», accusa il il deputato di Avs Angelo Bonelli.

«Forse – chiede invece l’ex ministro dem della Giustizia Andrea Orlando – ci potrebbe aiutare il ministro a capire perché è stato introdotto questo nuovo reato. Per dare un segnale all’opinione pubblica, per compensare il fatto che cancellate l’abuso d’ufficio? Perché qualcuno in Europa vi ha fatto notare che così è troppo debole il contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione? O perché, semplicemente, non vi eravate accorti di un vuoto rispetto a ciò che ha detto, in più occasioni, il ministro nel corso di questi mesi. Per questo sarebbe stato più opportuno tornare in Commissione: che cosa è successo questa settimana che vi ha fatto decidere di intervenire e utilizzare la decretazione d’urgenza? Ecco, questa è la domanda alla quale non ha risposto praticamente nessuno».