Non è certo un fulmine a ciel sereno, visto che era ampiamente previsto, ma la cosa peggiora ancora di più la posizione di Daniela Santanchè. Ieri la procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per la ministra del turismo di Fratelli d’Italia. L’accusa, nei suoi confronti, è di falso in bilancio e riguarda il dissesto finanziario delle società del gruppo Visibilia, fondato da Santanchè e da lei amministrato fino al dicembre del 2021. E fanno due, visto che il rinvio a giudizio si aggiunge a quello richiesto solo due mesi fa per truffa aggravata nei confronti dell’Inps per la messa in cassa integrazione dei dipendenti sempre del gruppo Visibilia. In quel caso a finire a processo sono stati la ministra, il suo compagno Dimitri Kunz e altre due persone. Per la richiesta di ieri, sono invece sedici le persone coinvolte. C’è sempre Kunz, ma ci sono anche l’ex compagno Canio Mazzaro, la sorella e la nipote.

In pratica per i magistrati la ministra, tra il novembre 2014 e il dicembre 2021, avrebbe «consapevolmente esposto nei bilanci fatti materiali rilevanti non corrispondenti al vero per perseguire un ingiusto profitto». Stralciata invece l’altra accusa, quella di bancarotta fraudolenta, perché nessuna delle tre società del gruppo alla fine sarebbe stata insolvente. Questo perché senza truccare i bilanci le società avrebbero dovuto ammettere la stato di crisi, e di conseguenza chiedere ai soci di rifinanziare il capitale oppure mandarle in liquidazione. I giudici di fatto hanno accolto la tesi dell’accusa secondo cui la ministra avrebbe volutamente celato la situazione del suo gruppo.

Al netto della vicenda giudiziaria, è l’aspetto politico che inguaia ancor di più Santanchè. Il suo ruolo è in bilico, nonostante lei insista nel tenersi incollata mani e piedi alla poltrona del suo dicastero. La presidente del consiglio Giorgia Meloni, che è anche la leader del suo partito, negli ultimi mesi ha tentennato, sorvolando su una situazione che la mette oggettivamente in imbarazzo. Pd, 5S e Avs hanno incalzato il governo per tutto il giorno invocando le dimissioni. Dopo il secondo rinvio a giudizio, la premier non può continuare a tacere, e dovrà prendere a breve una decisione sul futuro della ministra. Che potrebbe finalmente volare via dall’esecutivo, parafrasando l’ultima, estemporanea e originale proposta di Santanchè, ossia di portare a Cogne, disastrata dall’alluvione, i turisti in elicottero.