Nella Val d’Agri, in Basilicata, dove si trovano i giacimenti petroliferi a terra più grandi d’Europa, lo scontro tra ambientalisti e regione si fa sempre più aspro. Da alcuni giorni la giunta di Vito Bardi ha definitivamente approvato il progetto Bluewater di Eni Rewind, un impianto di trattamento di reflui petroliferi provenienti dal Centro Oli di Viggiano (detto Cova) dell’Eni, da tempo fortemente contestato dalle associazioni. La delibera per l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) è stata emanata il 16 marzo, nonostante siano ancora pendenti i ricorsi al Tar contro il primo giudizio favorevole di compatibilità ambientale, fatti da Cova Contro e Mediterraneo No Triv.

«Una decisione affrettata e immotivata, visto che bisognava quantomeno aspettare il verdetto del Tar prima di approvare definitivamente il progetto – commenta Giorgio Santoriello, attivista dell’associazione Cova Contro -. Si conferma la visione neo colonialista della giunta regionale che stende tappeti rossi alle compagnie petrolifere e impedisce ai cittadini di comprendere e partecipare ai processi decisionali. Il Bluewater serve urgentemente ai petrolieri, perché senza di esso la produzione Eni resterà ferma ai minimi storici, e per tornare a regimi produttivi maggiori serve trattare la quantità enorme di acque fossili che il giacimento in via di esaurimento produce, al netto dell’olio e gas estratti».

Attualmente le acque reflue petrolifere estratte dal Cova vengono smaltite nel pozzo esausto (Costa Molina 2) o trasportate nei centri di smaltimento ad hoc, il Bluewater viene motivato proprio con la necessità di trattare le acque in loco e «riciclarle», ma secondo gli attivisti «è una tecnologia nuova e rischiosa, inoltre non è noto in che misura ridurrà lo smaltimento nei pozzi esausti. Sarà vicino e a monte del lago Pertusillo, un lago che ha già pagato il prezzo della vicinanza ai pozzi petroliferi». In questi mesi sta entrando nel vivo il processo per disastro ambientale contro Eni, per le 700 tonnellate di greggio fuoriuscite dal Cova nel 2017.

Gli ambientalisti temono che le acque reflue, se non smaltite correttamente, potrebbero ulteriormente contaminare le acque del bacino del Pertusillo. Ma perché la regione ha approvato in fretta? «Dal riempimento dei serbatoi del Cova passa il conteggio delle royalties, senza il Bluewater la loro erogazione crollerebbe – spiega Santoriello -. Il presidente Bardi vuole pianificare il prossimo quinquennio a spese di salute e ambiente. I piani regionali di tutela acqua e aria non sono stati adottati. Bardi non riflette sulle implicazioni di sperimentare qualcosa di totalmente nuovo a monte del Pertusillo, è mosso dalle royalties subordinando la macchina pubblica agli estrattori. Se la regione ha bisogno delle royalties per chiudere il bilancio potrà mai deliberare in modo libero?».