Una nuova bufera giudiziaria produce un terremoto sul centrosinistra pugliese. L’indagine della procura di Bari per compravendita di voti che ieri ha portato all’arresto del marito dell’assessora regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia (Sandro Cataldo) e alle dimissioni della stessa assessora, rischia di spazzare via anche la coalizione per le comunali di giugno che vedeva uniti Pd-M5S, rossoverdi e anche l’ex terzo polo. Con conseguenze che arrivano direttamente a Roma, riportando il grande gelo tra Schlein e Conte. E un primo risultato: l’annullamento delle primarie che dovevano tenersi domenica tra il candidato del Pd Vito Leccese (già capo di gabinetto del sindaco Decaro) e quello di M5S e sinistra, l’avvocato Michele Laforgia.

L’ACCUSA A MAURODINOIA e al marito di aver messo in piedi una associazione per comprare i voti, anche alle regionali del 2020 che l’hanno portata a fare l’assessora di Emiliano a suon di preferenze (quasi 20mila), ha fatto scattare la reazione di Conte. Ieri il leader 5S era a Bari per un comizio con Nichi Vendola a sostegno di Laforgia. Prima di salire sul palco ha chiamato i giornalisti per lanciare l’assalto ai dem: «Non ci sono più le condizioni per svolgere seriamente le primarie. Alla prima inchiesta giudiziaria se ne aggiunge oggi una seconda, in cui emerge il voto di scambio, l’inquinamento del voto». Una rottura della coalizione? Non ancora, ma i 5 stelle andranno avanti con Laforgia: «Le ragioni che ci hanno spinto a sostenerlo permangano immutate, anzi si rafforzano».

Se il Pd e gli altri vorranno unirsi saranno benvenuti, ma i 5s sono disposti anche a presentarsi alle elezioni da soli con la sinistra. Non a caso ieri sul palco barese Vendola ha detto di voler «lavorare fino all’ultimo istante perché non ci sia l’ipotesi di andare al voto divisi». Conte dal palco ha difeso la città dalle accuse della destra, ma ha aggiunto: «Laforgia è la persona più seria e affidabile per governare questa città: nessuno è stato in grado dirci perchè non possa essere il candidato comune. Avevamo accettato le primarie con le regole del Pd, ma alla luce delle nuove inchieste le primarie non sono più all’ordine del giorno e invitiamo tutte le forze politiche a convergere in modo unitario». Netto il messaggio di Laforgia allo sfidante: «Non voltate di nuovo la testa dall’altra parte, io sono in campo per un nuovo inizio».

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DAL PD LA REAZIONE È MOLTO dura. «La scelta di Conte di uscire dalle primarie è incomprensibile. Se il M5S pensa di vincere da solo contro la destra proceda pure. Ma abbia rispetto per la città di Bari, per gli elettori di centrosinistra e non pensi di dare lezioni di moralità a nessuno». I dem ribadiscono di essere «presidio di legalità e buona amministrazione». Fonti del partito alzano il fuoco contro Conte: «Ha fatto una scorrettezza enorme, sta intaccando il nostro progetto unitario per un suo tornaconto elettorale».

SCHLEIN (CHE HA ANNULLATO il comizio previsto ber oggi a Bari con Leccese e Emiliano) è rimasta molto colpita dalla vicenda che ha riguardato l’assessora della giunta Emiliano: Una vicenda gravissima. Non accettiamo voti sporchi. Non tolleriamo voti comprati. Chi pensa che la politica sia un taxi per assecondare ambizioni personali senza farsi alcuno scrupolo non può trovare alcuno spazio nel partito che stiamo ricostruendo, qui deve trovare porte chiuse e sigillate». Schlein assicura che l’impegno per cambiare il Pd va di pari passo con la battaglia per la legalità: «Non indietreggiamo di un millimetro, chiediamo a tutti i nostri militanti e amministratori di essere antenne e aiutarci a tenere lontano il malaffare».

Il capogruppo in Senato Francesco Boccia, grande artefice dell’asse con i 5s, va giù duro: «Il Pd è ufficialmente in campagna elettorale per il sindaco Vito Leccese alle elezioni di giugno. Non riteniamo di dover più accettare ritardi, incomprensibili stop a poche ore dalle primarie. Se Laforgia vorrà confrontars ile porte saranno sempre aperte fino al giorno della presentazione delle liste». Il governatore Emiliano ha subito accettato le dimissioni di Maurodinoia «a tutela della Regione Puglia, che viene prima di tutto, anche se si è ancora in fase di indagini preliminari. Se qualcuno ha violato la legge – e questo spetta ai giudici stabilirlo con le sentenze – è giusto che ne paghi le conseguenze». Ma lancia un messaggio alla destra: «Come sono garantisti con un ministro, dovrebbero esserlo con chiunque altro».

Decaro afferma: «Non mi sorprende una indagine sul voto di scambio. Per primo, durante le ultime elezioni, ho fatto tre denunce circostanziate. Due erano per persone che votavano per me, per liste legate al mio nome».

LA PREMIER MELONI COGLIE la palla al balzo, in riferimento alle proteste del centrosinistra per la decisione del governo di inviare a Bari una commissione per valutare lo scioglimento per mafia (in riferimento ad un’altra inchiesta per voto di scambio): «È stato doveroso da parte del ministro mandare la commissione, le accuse a Piantedosi vergognose. La verifica è doverosa, non si può chiedere che le amministrazioni di sinistra siano trattate in modo diverso rispetto alle altre». Dalle destre e da Iv una accusa a Conte: «Perché non esce dalla giunta di Emiliano?».