Siamo messi così male per l’auto in Italia che un ministro della repubblica propone di produrre reattori nucleari nella più grande e storica fabbrica.

Bisognerebbe sommergere di pernacchie il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto per l’idea di produrre reattori nucleari di quarta generazione a Mirafiori. Ma la sparata dà l’idea della disperazione del governo Meloni davanti alla dismissione di Stellantis in Italia, figlia di quella di Marchionne.

NELLO STESSO GIORNO poi anche il collega Adolfo Urso, l’uomo da quasi un anno prometteva «un accordo con Stellatis per produrre un milione di auto l’anno», ha deciso di disdire alcuni dei tavoli convocati la prossima settimana per analizzare stabilimento per stabilimento la prospettiva per la produzione in Italia. I sindacati in modo unitario hanno subito reagito. Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr hanno scritto: «Il ministro Urso ha spostato gli importanti appuntamenti di confronto con Stellantis previsti per la prossima settimana a data da destinarsi – si legge in una nota congiunta – . Questo atteggiamento dilatorio e irresoluto è lesivo della dignità delle organizzazioni sindacali e, soprattutto, degli interessi dei lavoratori che ormai attendono da quasi un anno soluzioni concrete», concludono nella nota.

Inizialmente cancellato quello su Melfi del 2 aprile – con la scusa di evitare sovrapposizioni con la campagna elettorale – , è stato rimesso in agenda da Urso dopo le proteste della Regione Basilicata e dei sindacati, anche se l’azienda non parteciperà. Il 3 toccherà a Mirafiori – il tavolo più delicato anche per lo sciopero unitario previsto per 12 aprile – , il giorno dopo ad Atessa, poi sarà la volta di Cassino, Pomigliano, Modena e Termoli, spostati e ancora non fissati.

TORNANDO ALLA SPARATA di Pichetto Fratin – «le stime sono di due miliardi circa per la costruzione di ogni piccolo reattore nucleare di quarta generazione con ricadute occupazionali e di qualificazione professionale» – le reazioni sono state tutte negative. «La battuta di Picchetto sul nucleare a Mirafiori è ridicola ma è una strizzata d’occhio alla lobby dell’atomo. Il futuro elettrico dell’auto in Italia è fermo alla sola 500 elettrica a Mirafiori: continuare a dare credito alla favola di Tavares sulla centralità dell’Italia è una follia, perché Stellantis sta lavorando alacremente a spegnere ogni macchinario senza passare da licenziamenti collettivi», commenta Marco Grimaldi di Avs.

«Bisogna avere lucidità di pensiero, non si può fare qualunque cosa a Mirafiori. Se si vuole rilanciare la fabbrica bisogna partire dalle proposte al centro dello sciopero del 12 aprile con cui chiediamo che vengano assegnate nuove produzioni di city car e avere un piano di assunzioni – osserva Edi Lazzi, segretario Fiom torinese. – Non ci sono altre strade», aggiunge Lazzi. «Noi stiamo cercando di preservare un sito industriale: passare da una produzione industriale a un’ipotetica produzione di centrali di quarta generazione mi sembra un’ipotesi non commentabile», commenta Rocco Cutrì, numero uno della Fim Cisl torinese. «A Mirafiori costruiamo macchine e vogliamo continuare a fare questo, siamo stufi di sentire stupidaggini. Non sanno più cosa dire», aggiunge Luigi Paone, numero uno della Uilm torinese.