La democrazia senza barriere torna in Polonia. Ieri a mezzogiorno alcuni attivisti del movimento civile Comitato per la Difesa della Democrazia» (Kod) hanno smontato le transenne che circondavano a Varsavia il Sejm, la camera bassa del parlamento polacco. Neanche la polizia è intervenuta per fermare un’azione spontanea che segna dopo 8 anni la fine del dominio della destra populista di Diritto e giustizia (Pis) nella vita politica del Paese sulla Vistola.

La rimozione delle barriere installate nel dicembre 2016 è avvenuta durante la cerimonia di apertura del nuovo Sejm, in cui il Pis non è riuscito a eleggere un numero sufficienti di deputati per mettere in piedi un nuovo governo. Tutti i parlamentari hanno poi prestato giuramento. Poco dopo il premier Mateusz Morawiecki ha rassegnato le dimissioni.

«Due giorni fa abbiamo celebrato i 105 anni della riconquista dell’indipendenza della Polonia. Une celebrazione ma anche un obbligo che suggerisce che l’indipendenza va tutelata e controllata», ha dichiarato Morawiecki, lasciando presagire che il Pis farà ampio ricorso alla retorica sovranista nelle battaglie di là da venire tra i banchi del parlamento. Ed è proprio al collega di partito Morawiecki che il presidente polacco Andrzej Duda, aveva dato la settimana scorsa l’incarico di formare un governo senza avere i numeri per farlo.

Con Duda al Palazzo del Belvedere il prossimo governo, formato dai liberali di Piattaforma civica (Po) insieme ai centristi di Trzecia droga (Terza via) e a Lewica (Sinistra), quasi certamente non avrà vita facile.

Il presidente polacco chiede continuità al prossimo esecutivo in numerosi ambiti, dai programmi d’armamento passando per l’introduzione dell’energia nucleare in Polonia, fino a un nie secco a qualsiasi tentativo di abbassare l’età pensionabile (65 anni per gli uomini e 60 per le donne). Il veto presidenziale sembra garantito per qualsiasi cambiamento di rotta in questi ambiti.

Ma Duda potrebbe mettere i bastoni tra le ruote al nuovo governo anche su altre questioni fondamentali, quali il repulisti nei media pubblici finiti negli ultimi anni in mano al Pis, la «deorbanizzazione» della giustizia e il diritto all’aborto.

Intanto la sinistra polacca ha annunciato ieri di aver depositato due disegni di legge per rendere legali le interruzioni volontarie di gravidanza fino alla dodicesima settimana e per depenalizzare il reato di aborto. «La questione della legalizzazione dell’aborto non è rientrata nell’accordo di coalizione.

Tuttavia tutti i leader hanno dichiarato di volersi impegnare in parlamento a trovare una soluzione per migliorare le condizioni delle donne in Polonia», ha spiegato Magdalena Biejat senatrice di Lewica. Se ne riparlerà nelle prossime settimane quando la coalizione che ha sconfitto il Pis il mese scorso alle urne avrà un governo tutto proprio.