Avete già gustato il primo risotto alle ortiche? Nei giorni scorsi ho raccolto vicino alla compostiera (l’ortica cresce bene su terreni ricchi di materia organica) un paio di manciate dei primi germogli di questa pianta straordinaria e ne ho ricavato un piatto semplice ma prelibato. L’umanità oggi mangia soprattutto mais, frumento e riso, ma in tutto il mondo si quantificano in più di 12000 le specie vegetali che vengono (in molti casi venivano) coltivate o semplicemente raccolte allo stato selvatico per utilizzarle a fini alimentari.

La trasformazione dell’agricoltura in una attività industriale, la globalizzazione e la standardizzazione delle abitudini alimentari, le modificazioni dello stile di vita fanno sì che molti vegetali che hanno avuto per millenni un ruolo fondamentale per il sostentamento e per l’attività delle comunità umane siano oggi trascurati. Anche dalle nostre parti, coloro che sanno riconoscere e utilizzare le piante selvatiche sono spesso ormai solamente persone anziane o qualche giovane appassionato. Per gli anziani in particolare era un vanto e, in qualche misura, anche un obbligo maneggiare queste conoscenze pratiche, assai utili anche per mettere insieme il pranzo con la cena.

L’ortica è probabilmente la più importante di queste piante dimenticate. Pianta eccellente al gusto, ma anche salutare visto che contiene quantità significative di vitamine (soprattutto A, C, E), di minerali (tra gli altri calcio, ferro, magnesio, potassio, manganese, selenio, zinco) e di fibre. A proposito di fibre, l’ortica è stata coltivata intensamente almeno fino alla metà del secolo scorso per realizzare stoffe, carta, tela da sacchi, cordami. Oggi è soprattutto nei Paesi dell’Europa del Nord che la coltivazione è ripresa per la produzione di tessuti di pregio.

Anche il nostro CNR ha prodotto nel 2007 una monografia sulla coltivazione e sulla lavorazione dell’ortica per uso tessile. Infine, non va dimenticato che l’impiego dell’ortica è tradizionale e ben radicato anche nella medicina popolare, nella fitoterapia, nell’omeopatia e nella cosmesi naturale come ricostituente, nelle anemie da carenza di ferro, contro la forfora, in caso di gastrite e per stimolare la produzione del latte materno.

Ci sarebbe infine da ricordare l’uso del macerato di ortica nell’orto biologico e per migliorare la qualità del compost. Ma lascio il compito, se lo vorrà, al nostro Teodoro Margarita.