Anche le elezioni amministrative di domenica 5 giugno vedono affermarsi quale «primo partito» quello dell’astensione, in crescita peraltro (nel complesso, gli astensionisti sono aumentati di 5 punti percentuali rispetto alle elezioni precedenti). Ma siamo sicuri che si tratti di una crisi della partecipazione politica? O non dovremmo piuttosto parlare di crisi di legittimità dei partiti, non più percepiti quali vettori di partecipazione politica efficace? Non sarebbe quindi meglio parlare di crisi della partecipazione elettorale? Se guardiamo alla società contemporanea, è possibile notare la compresenza di processi diversi: alla crescita dell’astensionismo si accompagna l’aumento di altre forme di partecipazione, che la scienza...