Il 6 gennaio 2021, fuori dal Campidoglio Usa, i rivoltosi gridavano «Hang Mike Pence» – impiccate Mike Pence -, qualcuno di loro aveva anche appeso un suo pupazzo a una forca, e tutto mentre Trump twittava che il suo vice non aveva «avuto il coraggio» di fare «ciò che era necessario». Se c’è dunque una persona che potrebbe testimoniare di come Trump abbia avuto un ruolo attivo e di primo piano nel tentativo di golpe andato in scena non solo il 6 gennaio ma nelle settimane che lo hanno preceduto, quella è proprio Mike Pence, su cui si è esercitata la pressione del presidente uscente affinché rifiutasse di certificare il risultato elettorale -la vittoria di Biden.

E ora un mandato di comparizione da parte dello special counsel Jack Smith, incaricato dal dipartimento di Giustizia di indagare proprio sul tentato golpe – oltre che sui documenti trafugati da Trump e recuperati dall’Fbi nella sua villa di Mar-a-Lago – lo obbligherebbe a dare la sua testimonianza in merito. Lo riporta Abc News, che cita una fonte anonima informata dei fatti, benché non sia chiaro quando l’ex vicepresidente abbia ricevuto la convocazione. Ma è improbabile che Pence accetti “pacificamente”: già settimane fa il New York Times scriveva che l’ex vicepresidente era contrario a offrire la sua testimonianza al consigliere speciale. Aveva inoltre rifiutato di comparire davanti al Commissione d’inchiesta della Camera sul 6 gennaio. E nonostante i gravissimi attacchi ricevuti da Trump (e il fatto che sia fra i suoi rivali più papabili alle primarie del Gop), la strategia di Pence nel suo libro autobiografico So Help Me God è stata di sminuire il ruolo del tycoon nel tentato colpo di stato, addossando ogni colpa ai “cattivi consigli” del suo team legale. Molto probabilmente, scrivono i giornali americani, si appellerà al privilegio esecutivo per non dover dare il suo contributo all’inchiesta.

Ieri, inoltre, l’Fbi ha perquisito la casa di Pence in Indiana alla ricerca di documenti classificati: una mossa concordata dal dipartimento di Giustizia con i legali del politico repubblicano. La perquisizione arriva dopo che il mese scorso anche nella residenza di Pence erano saltati fuori documenti classificati che avrebbero dovuto essere consegnati agli Archivi nazionali, proprio mentre continuavano a spuntarne nelle proprietà del presidente Joe Biden (su cui ora indaga un altro consigliere speciale del dipartimento di Giustizia, Robert K. Hur). Documenti che, aveva scritto un avvocato di Pence in un comunicato, erano stati «trasportati inavvertitamente» a casa dell’ex vicepresidente. G.Br.