Sabato, a pochi giorni dall’inizio del processo, il centro sociale di corso Regina Margherita 47 aveva fatto il pieno di solidarietà (e di musica). E oggi, giovedì 20 ottobre, all’avvio del dibattimento che vede imputati diversi militanti di Askatasuna, i No Tav si sono ritrovati fuori dal Palagiustizia di Torino con uno striscione: «Ci accusano di associazione a delinquere ma noi siamo associazione a resistere».

Fra i presenti, anche Alberto Perino, leader storico del movimento: «Ci stanno facendo una guerra giudiziaria per metterci fuori gioco. Ma hanno sbagliato tutto».

Sono 28 gli imputati, 16 accusati di associazione a delinquere (il Tribunale del riesame aveva riformulato l’ipotesi iniziale di associazione sovversiva); molti fatti contestati riguardano la lotta contro l’alta velocità in Val di Susa, dove è stato nuovamente incendiato il presidio No Tav di Venaus.

Sono, infine, oltre 200 i testimoni della difesa per confutare l’accusa; tra questi Zerocalcare, Max Casacci dei Subsonica, Eugenio Finardi ed Elio Germano.