Due volte l’anno le cronache dei fatti economico-finanziari registrano l’uscita di un rapporto di cui tutti parlano: si tratta della radiografia dei mercati mondiali operata dal Fondo Monetario Internazionale in una importante relazione che arriva sul tavolo dei potenti ad aprile e ad ottobre. Fra pochi giorni insomma sapremo il bilancio più aggiornato del FMI sulla crisi mondiale. Che si tratti di crisi non è possibile dubitarne. Ad aprile scorso le valutazioni erano fosche, tendenti al bruno intenso, e da allora si sono moltiplicati i report e le valutazioni di colore simile.

Nello scorso World Economic Outlook (WEO) del Fondo si prevedeva che l’inflazione galoppante già nel 2021 e prima della guerra in Ucraina sarebbe salita ulteriormente, stimandola a +5,7% per i Paesi Sviluppati e +8,7% per i Paesi Emergenti. Inoltre si prefiguravano le politiche restrittive delle banche centrali, proprio per combattere l’inflazione. Tutte le previsioni di crescita economica erano peggiorate rispetto a fine 2021.

Le due cose vanno a braccetto per i seguenti motivi: le banche centrali non possono combattere l’inflazione in modo diretto: la teoria che esse possano determinare la quantità di denaro in circolo è oramai in completo discredito.

Figuriamoci un tipo di inflazione determinato dai costi energetici – quella che abbiamo adesso in Europa – legati a fattori geopolitici e inerenti la struttura liberista dei relativi mercati, su cui, come la stessa Lagarde ammette, la Bce può fare ben poco. Le politiche restrittive possono invece fare andare a terra l’economia provocando fallimenti aziendali e disoccupazione galoppante, che alla fine incidono sui costi, ma è un po’ come uccidere il malato per debellare la malattia. La aspettativa di politiche più restrittive delle banche centrali porta inevitabilmente e prefigurare un rallentamento se non una depressione economica.

Nello stesso scorso aprile era uscito un altro report del FMI, assai meno conosciuto, e dedicato alla stabilità finanziaria: il Global Financial Stability Report. In esso gli analisi prevedevano l’aumento del costo del debito e maggiore volatilità nei mercati finanziari, che comportava maggiori rischi di instabilità, il tutto esacerbato dalla guerra che amplifica il rialzo dei prezzi delle materie prime (non solo energetiche), portando alla fibrillazione i mercati finanziari ad esse collegati – una situazione di grande instabilità, ma dobbiamo ricordare che in questo dominio le opportunità di profitti salgono con l’aumento dei rischi.

Un terzo rapporto, dedicato specificamente dalla Banca mondiale alla materie prime – il Commodities Markets Outlook – prevedeva infatti che il loro prezzo sarebbe rimasto alto fino al 2024.
Le previsioni di crescita nel WEO di aprile erano già state ribassate; e il rapporto di giugno della Banca mondiale lo confermava portato l’aumento del pil mondiale dal +4,1% al 2,9% per il 2022. Nel nuovo WEO di ottobre come saranno? Non avevamo bisogno delle dichiarazioni rilasciate dalla direttrice generale del Fmi, Kristalina Georgieva, per immaginare che le previsioni saranno al ribasso ulteriore.
La quale aggiunge che nel complesso di crisi che dalla pandemia passa alla guerra l’economia mondiale ha perso 4mila mld di $. Una perdita enorme, pari al pil della Germania.

Che fare? La direttrice del Fondo ci propone cose poco rivoluzionarie: avere una politica fiscale responsabile, mirata, per i ceti deboli ma non troppo espansiva. Tradotto: gettare qualche mollica di pane ai più poveri ed evitare grande spesa pubblica, perché ciò saboterebbe gli sforzi delle banche centrali per combattere l’inflazione. Ma certo: a fronte di un aumento dei prezzi a doppia cifra in grandissima parte sospinto dalla finanziarizzazione del gas, che sospinge massicciamente il costo dell’energia, la soluzione non è agire su tale quadro, ma di ammazzare l’economia provocando fallimenti, disoccupazione, cadute salariali, nel contesto del disastro che le stesse organizzazioni ufficiali dipingono sempre più nero. Si poteva avere miglior conferma delle priorità dell’oligarchia al comando?