Stalker, termine che ha avuto fortuna negli ambiti più diversi – dal cinema, al teatro, alle playstation – deriva dall’inglese e indica chi si muove furtivamente, chi si avvicina senza fare rumore. La figura di colui che penetra, a proprio rischio e pericolo, nella misteriosa e pericolosa Zona rivelata dagli alieni giunti sulla terra per una breve e sconvolgente residenza, è protagonista del romanzo Picnic sul ciglio della strada dei fratelli Arkadij e Boris Strugackij, scritto nel 1971,  pubblicato l’anno seguente e destinato al grande successo, specialmente grazie al film di Andrej Tarkovskij. Fedele ai due scrittori russi,  Marcos y Marcos manda ora in libreria una nuova traduzione (di Diletta Bacci e Paolo Nori, pp. 272, € 18,00) di questo romanzo comparso nelle nostre edicole per la prima volta nel 1982, edito da Urania.  Per la prima volta, ci dice Nori,  il volume propone il testo integrale, che stando a uno dei due autori, era stato sottoposto a censure, uscendone «in una versione deturpata, mutilata, squallida, con duecento umilianti correzioni al testo». Come sempre il gioco dei due fratelli romanzieri parte dalla ricerca di un senso in un universo ostile. Nella città sospesa di Harmont, dove l’autorità tiene a bada gli avventurieri che trafficano in oggetti provenienti dall’area del pericolo, Redrich Schouhart, detto Red, filosofo del disastro, vive sospeso tra due mondi.

Le prime pagine sono dedicate a una intervista al dottor Valentin Peelman –  tra i fondatori del potente Istituto Internazionale delle civiltà aliene – che riassume le vicende della Visita, ossia dell’arrivo degli extraterrestri. Come sempre nelle invenzioni di questi autori (ad esempio nel mirabile È difficile essere un Dio, 1964, edito da Marcos nel 2005) una rappresentazione che vuole essere assolutamente scientifica si insinua in una riflessione teologica sull’assoluto e sulle sue ripercussioni devastanti nell’esistenza umana, rivelando molte assonanze con Solaris di Stanislaw Lem. Per superare trappole gravitazionali, gli stalker devono lanciare dadi che permettano di non essere risucchiati nello spazio-tempo. Nel locale Campero, dove la notte trascorre in fiumi di alcool, Gutalin, mistico della Zona, proclama l’Apocalisse: «a voi, figli dell’uomo che siete stati allettati da Satana, che giocate a giochi satanici, che bramate tesori satanici, a voi dico: “ciechi! Ravvedetevi canaglie, prima che sia troppo tardi! Distruggete i giochi del diavolo!”». Lo scopo di Gutalin è acquistare gli oggetti alieni recuperati e farli di nuovo seppellire in quel territorio, con grande dispendio di denaro; ma come gli altri, non potrebbe mai allontanarsi dalla città di frontiera, che calamita la sua esistenza, in attesa dei prossimi e devastanti miracoli crudeli della Zona.