A ottobre si voterà in Argentina per le elezioni presidenziali. Il quadro delle candidature non è ancora chiaro, la destra anti-peronista ricandiderà quasi certamente il presidente uscente Maurizio Macrì. Il fronte peronista è attraversato da una forte discussione che vede al centro l’ex presidentessa Cristina Kirchner, amata e odiata alla stesso tempo da tante e tanti.

E poi ci sono i movimenti popolari e sociali che mentre portano avanti conflitti per il lavoro, per l’aborto, per la difesa delle leggi migratorie si interrogano sul che fare. Tra questi alcuni di stampo più classicamente peronista hanno formato il «Fronte patria grande» per spingere la ricandidatura di Kirchner. Abbiamo incontrato Myriam Bregman, deputata del Pts/Frente di izquierda, e con lei abbiamo parlato della crisi economica e svalutazione del peso (con Macri che per frenare la crescita del dollaro va a ripetizioni dal Fondo monetario internazionale) e del futuro del paese.

Come descriveresti l’attuale situazione sociale e politica in Argentina?

Il panorama politico è attraversato da un lato dalla crisi economica e dall’altro dagli scandali giudiziari che coinvolgono i maggiori partiti. Il “kirchnerismo” e i precedenti governi si portano dietro diversi processi.

Quali saranno i temi clou della campagna elettorale?

Sicuramente la situazione economica e sociale. È chiaro che il governo tenterà di distogliere l’attenzione generale da questi problemi, perché non gli conviene per niente parlarne. Cercherà di imporre un’agenda focalizzata sulla sicurezza cittadina per sviare la crisi e il modo in cui vivono la classe media e più poveri. Noi come fronte di sinistra diamo molto peso alle tematiche sociali e alla drammatica situazione delle lavoratrici e dei lavoratori.

Che ruolo avrà l’Fmi?

Il futuro dell’Argentina è legato al Fondo monetario internazionale e questo legame si è consolidato ancora di più con il governo Macri. Nessuno dei candidati dei principali partiti all’opposizione considera necessario romperlo, sperando così in una crescita economica. La situazione è quindi molto grave, sappiamo tutti dove finiscono i fondi dell’Fmi, basti pensare al caso della Grecia, che ci mostra come le ricette del Fondo portano solo a un incremento della miseria generalizzata. È grave che non ci sia una posizione diversa e che si prenda in considerazione esclusivamente una rinegoziazione del debito.

In questo contesto, che ruolo ha il movimento femminista?

Il movimento femminista è molto forte, ma la scadenza elettorale rischia di contaminarlo. La posizione dell’ex presidentessa Kirchner è che noi donne dovremmo unirci e appoggiare una coalizione con dentro anche realtà reazionarie, che ci negano i diritti, per vincere le elezioni. E una volta vinto dovremmo attendere che le nostre richieste un giorno vengano esaudite. Questa si è sempre rivelata un’illusione, ogni volta che c’è una richiesta, non si trasforma mai in una risposta concreta.