Sarà il breaking la novità dei Giochi della XXXIII Olimpiade di Parigi. Conosciuto al grande pubblico anche come break dance – danza urbana nata durante gli anni Settanta nel Bronx, quartiere di New York -, il breaking era stato inserito dal Comitato internazionale olimpico ai Giochi Olimpici Giovanili del 2018 a Buenos Aires e nell’edizione 2022 di Dakar. Ora in terra francese la consacrazione nell’olimpo dello sport.

L’appuntamento con gli atleti di breaking è per il 9 e 10 agosto a Place de la Concorde nel centro di Parigi. Ci saranno due eventi. Uno vedrà all’opera 16 ragazze, Bgirls, e l’altro 16 ragazzi, Bboys, che si sfideranno per le medaglie olimpiche. A rappresentare l’Italia sarà Antilai Sandrini, 26 anni, friulana, appartenente alla Federazione italiana danza sportiva e sport musicali.

Sandrini, come valuta l’entrata del breaking tra le discipline sportive delle Olimpiadi?
Come primo impatto ho avuto una sensazione bellissima perché andare alle Olimpiadi è il sogno di tanti, specie di chi come me in passato ha fatto tanti sport prima del breaking. E poi mi piace tantissimo. In seguito, però, sono arrivati anche altri pensieri discordanti dal primo.

Cioè?
Ero un po’ preoccupata per la cultura di questa arte che andava a snaturarsi. Penso sia difficile che possa rientrare in un ambito sportivo, non tanto per quello che facciamo ma proprio per il modo in cui lo facciamo essendo molto soggettivo e personale. Con il fatto che è diventato uno sport deve per forza avere un regolamento e degli standard, iniziando così a essere un po’ più fisico, mentre la parte più espressiva, culturale, di musicalità, di gestualità viene un po’ a mancare. Fuori dallo sport, nel breaking non ci sono delle cose obbligatorie, sei solo tu che fai quello che vuoi ovviamente seguendo un filone che ha un senso.

Come si svolge una gara di breaking?
Per le olimpiadi è stato deciso un format che prevede che ci sia una gara singola a eliminazione, uno contro uno, che funziona così: il dj mette la musica, che noi non conosciamo, e i due atleti ballano per 30-45 secondi facendo rotazioni, combinazione di mosse, posizioni acrobatiche e così via. Poi dei giudici li valutano in base a cinque parametri: musicalità, tecnica, esecuzione, originalità e vocabolario cioè sei sui passi base sono state create delle varianti. Chi vince prosegue la gara.

Com’è arrivata a qualificarsi per Parigi?
C’erano diversi modi per rientrare nelle 16 ragazze qualificate per le olimpiadi: vincere il campionato mondiale o un campionato dei diversi continenti, come per esempio l’European Games. Qui sono state scelte le prime sei atlete. Rimanevano quindi dieci posti da giocarsi nelle qualificazioni che si sono svolte a maggio a Shanghai e a giugno a Budapest. Io sono arrivata ottava.

Qual è l’obiettivo per questa Olimpiade?
Il sogno è di arrivare sul podio, ma per raggiungere questo obiettivo bisogna che tutto risulti per me un divertimento. Non deve esserci stress. La nostra disciplina richiede tranquillità per muoversi bene.

Quando la vedremo in azione alle olimpiadi parigine?
Io gareggerò il 9 agosto nella splendida cornice della Place de la Concorde.

Chi sono gli atleti più forti in questa specialità?
Tra le donne le giapponesi, ma anche le cinesi, mentre tra gli uomini gli americani.

In Italia quanti atleti ci sono?
La nazionale italiana che ha partecipato a tutte le competizioni preolimpiche era formata da tre femmine e tre maschi. È ancora uno sport di nicchia, ma ha i suoi campionati regionali e nazionali. Con il fatto che ora è presente alle olimpiadi c’è stato un aumentato del numero di partecipanti, ma molti preferiscono andare agli eventi culturali e non far parte della federazione. Probabilmente le olimpiadi aiuteranno a farlo scoprire ai giovani come sport.

Quando ha iniziato a fare il breaking?
Seriamente dal 2010 dopo aver fatto altri sport. Fino all’età di 13 anni ho fatto ginnastica artistica. Poi mi sono stancata e ho iniziato il cheerleading – una disciplina americana che mette insieme coreografie prese da ginnastica, danza e acrobazia -, ma anche il Wushu, un’arte marziale cinese. Il breaking arriva nel 2009 quando muore Michael Jackson. Da allora mi sono innamorata della sua musica e del suo modo di ballare. Così ho capito cosa volessi fare nella vita: ballare come lui.