I Progressisti di Massimo Zedda lasciano l’alleanza capeggiata da Renato Soru (Coalizione sarda) e si schierano con il campo largo a conduzione Pd-M5S, che ha come capofila la pentastellata Alessandra Todde. Domenica alle 21, dopo una lunga assemblea di dirigenti e iscritti, il partito dell’ex sindaco di Cagliari ha diffuso un comunicato con cui ha annunciato la svolta. «È necessario – dicono i Progressisti rivolti all’intero schieramento guidato dal presidente di Tiscali – che si compia un atto di generosità e che si valuti, tutti insieme, l’utilità di costituire una lista unitaria». Insomma, un invito a Soru e ai suoi alleati perché, in nome dell’unità contro le destre, ritirino la loro proposta politica e programmatica e confluiscano, insieme con i Progressisti, nell’alleanza guidata da Todde, sostenendola come candidata presidente alle prossime elezioni regionali.

A tarda notte è arrivata la risposta del fronte che sostiene Soru. Un no definitivo:«La Coalizione sarda unita va avanti nel suo progetto di costruzione di una forza politica sarda, alternativa alla destra e al populismo giustizialista, antidemocratico e antieuropeo – si legge in una nota diffusa ieri mattina -. Andiamo avanti con ancora più forza e determinazione in un progetto che non guarda soltanto al prossimo appuntamento elettorale ma al futuro della Sardegna». Una posizione di fronte alla quale la rottura con i Progressisti è, da oggi, definitiva. A fronteggiare le destre nella campagna elettorale che si concluderà il 25 febbraio il centrosinistra si presenterà diviso.

Il divorzio tra Zedda e Soru è stato preceduto da un passaggio in cui i Progressisti hanno portato avanti un estremo tentativo di ricomporre l’unità. Lo scorso giovedì pomeriggio, su iniziativa del partito di Massimo Zedda, Renato Soru s’è visto con Alessandra Todde. Dell’incontro e dei suoi esiti ha dato notizia lo stesso Soru su Facebook: «Ho espresso la mia disponibilità a convergere sul nome di una candidatura di mediazione diversa dalle due attualmente in campo. Purtroppo, analoga disponibilità non è stata manifestata da Alessandra Todde, per la quale il suo rimane l’unico nome possibile. Anche a Elly Schlein, rispondendo a una sua chiamata, ho detto che sono disponibile a mettermi al servizio di una proposta politica unitaria che individui una nuova candidatura capace di rappresentare la sintesi di un programma di profondo cambiamento della Sardegna».

Soru quindi si farebbe da parte, ma chiede che venga ritirato anche il nome di Todde e che si converga su un terzo candidato. Ipotesi, però, considerata evidentemente impraticabile dal campo largo e dalla stessa segretaria Pd, se è vero che Zedda ieri mattina, immediatamente dopo la rottura con Soru, parlando ai microfoni di Radio Rai ha rilanciato la sua candidatura a sindaco di Cagliari per la prossima primavera: «Malizioso – ha affermato Zedda – dire che c’è un accordo tra Pd e M5S che porterà me a essere candidato unitario del campo largo per le comunali a Cagliari? No, perché da subito, molto prima delle successive divisioni, noi abbiamo chiesto che le candidature a presidente della Regione e a sindaco di Cagliari fossero decise insieme, anche per avere più forza alle regionali».

Sul fronte del centrodestra, resta lo stallo. Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno designato candidato alle regionali l’attuale sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu (FdI). Ma la Lega si è messa di traverso e chiede la riconferma del governatore uscente, il sardoleghista Christian Solinas. Ieri Truzzu ha comunque fatto un giro di orizzonte in un a «riunione operativa» online con il resto della coalizione affermando: «Sì, mi sento il candidato governatore», ma aggiungendo che «ovviamente noi lavoriamo per l’unità della coalizione, abbiamo la volontà di lavorare con tutti, quindi anche con Lega e Psd’Az».