In sciopero per il futuro anche in Italia: la marcia per il clima, nata dall’iniziativa della sedicenne svedese Greta Thunberg, stamattina attraverserà oltre 150 città da Aosta alla Sicilia. Protagonisti studenti e studentesse che avranno al loro fianco l’intera galassia dell’ambientalismo, Ong e pezzi di movimento, sindacati, consigli comunali da Nord a Sud tranne il ministro dell’Istruzione.

IL LEGHISTA MARCO BUSSETTI ha squadrato la mascella e tirato dritto: «Si andrà a scuola regolarmente». Dalla Rete degli Studenti medi ieri è arrivata la replica: «Caro ministro, decidiamo di non ascoltarti. Chiediamo un modello di sviluppo che non viva del ricatto tra salute, lavoro e ambiente; che metta al centro ecosostenibilità, democrazia, diritti, qualità della vita e del lavoro, conoscenza». In serata, ieri, Bussetti ha corretto il bersaglio: «Ho solo confermato che le lezioni si svolgeranno regolarmente. Si tratta di un servizio pubblico che è mio dovere garantire. I giovani di tutto il mondo manifesteranno, è importante ascoltare la loro voce».

A Torino l’appuntamento è in piazza Arbarello direzione piazza Castello, dove è in programma un comizio del climatologo Luca Mercalli. A Roma le iniziative saranno due. Gli organizzatori hanno indicato come punto di raccolta la fermata Colosseo della metro B, da lì partirà una passeggiata fino a piazza Madonna di Loreto: dal palco musica dal vivo e l’intervento del geologo Mario Tozzi. I collettivi de La Sapienza e di Roma Tre, che aderiscono alla Rete della Conoscenza, si riuniranno invece nelle rispettive università per partire in bici in assetto “critical mass” verso piazza Madonna di Loreto: «Vogliamo una società fondata sulla giustizia ambientale, climatica e sociale.

LE RESPONSABILITÀ del cambiamento climatico vanno ricercate negli attuatori di politiche estrattiviste che vedono la terra solo come una rendita, restituendo devastazione e ingiustizia sociale». La Rete ha organizzato critical mass anche a Milano, Padova, Bari, Torino e Bologna: «Siamo pronti a continuare gli scioperi – spiegano – a partire dalla Marcia per il Clima contro le grandi opere inutili del 23 marzo a Roma».

Anche a Milano doppio appuntamento: la mattina gli studenti partiranno da largo Cairoli per arrivare al comune. Si tratta del corteo più «istituzionale», a cui hanno aderito anche i partiti di centrosinistra, a cominciare dal sindaco Beppe Sala. Tra le iniziative collaterali, l’ingresso gratuito per gli studenti alla Triennale (quest’anno dedicata al rapporto tra essere umano e natura). Il pomeriggio, dalle 18, ancora da largo Cairoli partirà il corteo organizzato da «Milano per il Clima»: si tratta di collettivi e singoli che hanno costruito un percorso autonomo, svincolato dalle sigle istituzionali.

Nella città che traina l’economia italiana il clima è un tema critico, visto che la pianura Padana, in particolare tra Milano e Torino, è la zona d’Italia con il maggior tasso d’inquinamento dell’aria. Manifestazioni a Cagliari, Sassari e Alghero e ancora a Genova, Bologna, Firenze, Perugia, Napoli e Palermo. Particolarmente importanti gli appuntamenti in Puglia: a Brindisi sono in programma iniziative di mattina e pomeriggio con l’adesione dei No Tap e No al carbone. A Taranto la protesta avrà al centro l’inquinamento provocato dal polo siderurgico: due scuole del rione Tamburi sono state chiuse perché vicine alle collinette ecologiche ex Ilva, piene di sostanze inquinanti.

PEACELINK ha denunciato anche la risalita della diossina nelle campagne alle porte della città. Dal Mibac il ministro Alberto Bonisoli commenta: «Se cambia il clima muta il paesaggio. Servono misure globali per salvare il pianeta». E il collega all’Ambiante, Sergio Costa: «Idealmente sono con tutti voi: discutiamo e confrontiamoci, io come ministro ci sono». Ma Legambiente non fa sconti al governo: «Le politiche governative, passate e attuali, sono centrate sulle fonti fossili come dimostrano i 16 miliardi di euro all’anno di sussidi, diretti e indiretti, garantiti ancora oggi alle società petrolifere».