Permane la situazione di instabilità nel cosiddetto Camerun anglofono, la regione occidentale del Camerun, dove sono in atto violenze perpetrate sia dall’esercito che dai gruppi ribelli dell’Ambazonia (così viene chiamata dai gruppi indipendentisti la regione ad ovest della baia del fiume Mungo), che lo scorso primo ottobre si sono spinti a proclamare Repubblica indipendente.

In seguito l’esercito del governo centrale del Camerun è entrato pesantemente in azione provocando la fuga di almeno 28 mila persone verso la confinante Nigeria ed è andato a caccia di ribelli ben oltre i confini nazionali. Poi, lo scorso 9 gennaio, tutti i principali leader del movimento secessionista sono stati arrestati ad Abuja, in Nigeria. E ora nella regione si teme la reazione dei gruppi armati. Giovedì scorso voci di attacchi dell’Ambazonia defence force contro le scuole del Sudovest hanno creato scompiglio tra gli studenti della regione che sono scappati dalle scuole durante l’orario di lezione in particolare nelle località di Meme, Fako e Buea.

Di fronte alle crescenti preoccupazioni, il governatore della regione Sudovest, Bernard Okalia Bilai, ha sollecitato genitori, insegnanti, comunità imprenditoriale e l’intera popolazione a «non farsi prendere dal panico» perché c’è una strategia «mirata a manipolare l’opinione pubblica e a creare un’atmosfera di insicurezza intorno alle scuole». Sia il governatore che il generale Melingui Nouma Donatien (comandante della 21ma brigata di fanteria con sede a Buea) hanno negato il rischio di attacchi alle scuole. Ma alcuni istituti hanno preferito non aprire, mentre in altri i genitori sono corsi a prendere i bambini durante l’orario scolastico per riportali a casa.

Intanto secondo il Consiglio direttivo dell’Ambazonia (Agc), il governo del Camerun avrebbe un piano per uccidere Ayaba Cho Lucas, responsabile del consiglio e comandante delle Forze di autodifesa d’Ambazonia. Il gruppo dei leader separatisti del Camerun attraverso il suo consiglio direttivo ha chiesto il rilascio «immediato e incondizionato» al governo della Nigeria di tutti i leader dell’Ambazonia arrestati la scorsa settimana ad Abuja, a partire da Julius Ayuk Tabe, presidente dell’autoproclamata repubblica. Hanno poi accusato esplicitamente la Gran Bretagna per non avere garantito, a suo tempo, l’indipendenza del Camerun meridionale. E nello stesso documento aggiungono: «Sia chiaro, non siamo separatisti o secessionisti, siamo combattenti per la libertà come lo sono stati Nkrumah, Lumumba, Awolowo, Azikiwe John Garang e Nyerere. Combattiamo contro la colonizzazione della Repubblica del Camerun». L’appello non sembra aver avuto esito se, come pare confermato, per tutti gli arrestati si profila l’estradizione verso il Camerun.

Un appello è stato lanciato anche da William Spindler, portavoce dell’Alto commissariato per i rifugiati Onu, che ha espresso «crescente preoccupazione per la difficile situazione delle donne e dei bambini scappati verso la Nigeria (che rappresentano circa l’80% dei rifugiati registrati). Molti i minori non accompagnati che hanno perso le famiglie durante la fuga. Si segnala inoltre, per le donne, un rischio elevato di violenza sessuale. E la mancata predisposizione di strutture di accoglienza adeguate.