L’amministrazione Biden ha autorizzato la vendita a Israele di circa 14mila munizioni per carri armati, senza la revisione del Congresso ricorrendo alla dichiarazione di emergenza secondo l’Arms Export Control Act. Secondo il Pentagono, sono stati utilizzati 106,5 milioni di dollari.

Le munizioni fanno parte di una vendita più ampia su cui Washington sta sollecitando l’approvazione vincolante del Congresso. Il pacchetto, secondo Reuters, vale più di 500 milioni di dollari e comprende 45mila proiettili per i carri armati Merkava israeliani, che hanno già ucciso migliaia di civili a Gaza. Gli Stati uniti forniscono di gran lunga più armi a Israele di qualsiasi altro paese, sia in termini di assistenza alla sicurezza che di vendita di armi.

E L’AMMINISTRAZIONE Biden continua nonostante un gruppo crescente di legislatori chieda di rallentare se non di smettere. «Dobbiamo porre fine alla nostra complicità», ha detto Sanders ai compagni di partito. Al Senato Sanders è stato l’unico del caucus democratico a opporsi all’avanzamento della misura supplementare di aiuti esteri da 110,5 miliardi di dollari, ma la situazione è diversa alla Camera dove i deputati progressisti chiedono un cessate il fuoco permanente.

È la richiesta che arriva anche dalle piazze americane. Nelle grandi città le manifestazioni e le azioni a sostegno della Palestina sono quotidiane, A New York venerdì, in reazione al veto posto dagli Stati uniti alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che chiedeva un cessate il fuoco permanente, migliaia di persone sono scese nelle strade di Lower Manhattan, concentrandosi a Wall Street, per domandare la fine del sostegno finanziario a Israele.

La protesta era organizzata da attivisti di People’s Forum e Al Awda, e si è tenuta durante la seconda notte di Hanukkah, una stagione solitamente celebrativa, che per molti ebrei di New York è complicata dalla guerra a Gaza.

«DA EBREA non posso festeggiare Hanukkah mentre migliaia di palestinesi vengono uccisi anche a nome mio – ha detto Ayana, che si definisce ebrea anti-sionista – Da americana democratica provo lo stesso sdegno». La stessa risposta è arrivata dall’Inghilterra: il Regno unito è stata l’unica nazione ad astenersi dal voto al Consiglio di Sicurezza. A Londra 100mila manifestanti filo-palestinesi sono scesi in corteo da Bank Junction a Westminster per manifestare contro la ripresa dei bombardamenti israeliani su Gaza.

In questo clima la rettrice dell’Università di Harvard, Claudine Guy, si è scusata per la risposta data al Congresso quando le è stato chiesto se appelli al genocidio contro gli ebrei violassero il codice di condotta di Harvard: «Dipende dal contesto», aveva risposto. Parlando al giornale dell’università, Harvard Crimson, Guy ha ammesso che «avrebbe dovuto avere la presenza di spirito» per rispondere in modo diverso: «L’appello alla violenza contro la nostra comunità ebraica non trova posto ad Harvard».