In Cile, alla Commissione delle donne ed equità di genere, è iniziato il dibattito sulla proposta di legge di depenalizzazione dell’aborto. Potrebbe essere il primo tra gli effetti a catena che si spera la legge sull’aborto, libero, gratuito e sicuro approvata in Argentina possa generare in tutto il Latino America.

La legge cilena permette, con una legge del 2017, la 21.030, di interrompere la gravidanza solo in tre casi: stupro; rischio di vita per la madre; malformazioni del feto con possibili conseguenze letali.
A differenza dell’Argentina però il presidente in carica Piñera non è sponsor della proposta di legge, anzi lui e il governo sono strenui oppositori. Allo stesso tempo è un presidente debole e la forza dei movimenti sociali è sotto gli occhi di tutti.

Poche ore dopo l’inizio del dibattito parlamentare la docente e attivista femminista, Argentina, Veronica Gago così commentava sul suo profilo Twitter: «Che sia legge su tutto il territorio! Che sia lotta, che sia conquista collettiva, e trasversalità femminista. Continua l’onda verde e spinge in tutta Abya Yala (America Latina)».

La deputata di Revolucion Democratica (Rd) e già presidente della commissione che ha in carico la discussione, Maite Orsini, si aspetta che la proposta di legge possa iniziare il suo percorso tra Camera e Senato «il più presto possibile». Come successo in Argentina nel 2018, però, se la Camera potrebbe votare a favore della legge lo scoglio del Senato sembra difficilmente superabile.

Orsini ha informato la stampa di aver chiesto informazioni al ministero della Salute sul numero di donne decedute a causa di interruzioni illegali di gravidanza e alla Gendarmeria e alla Procura su quante persone sono state incarcerate per il reato di aborto.

Verónica Ávila, attivista del Tavolo di Azione per l’Aborto e dell’Assemblea femminista plurinazionale, commenta: «Ciò che si sta discutendo ora al Congresso è ciò che dal basso è stato presentato nel 2018 dai movimenti popolari e dal Tavolo Azione per l’Aborto, con il supporto di alcune deputate. Questo progetto di legge punta alla depenalizzazione dell’aborto fino alla 14esima settimana. Perché nell’ordine giuridico cileno l’aborto è un delitto. Quindi si punta a riformare il codice penale, soprattutto gli articoli 342, 343, 344 e 345. Si sta provando a spostare l’entrata in vigore di questi articoli dopo la 14esima settimana».

Avila prosegue raccontando che «oggi a morire per abortire in maniera illegale sono le persone più povere e quelle che hanno meno accesso a reti femministe e solidali e che quindi non possono pagare aborti illegali in cliniche private. Non accedono alle reti femministe perché noi attiviste non siamo state in grado ancora di arrivare da loro. Questo è quello che è in discussione nella commissione. La settimana prossima riceveranno attiviste femministe. Se la commissione voterà a favore del progetto, questo entrerà poi alla Camera e quindi al Senato».

A presentare la legge sono state, oltre a Orsini, Karol Cariola, Camila Vallejo, Daniella Cicardini, Emilia Nuyado, Cristina Girardi, Claudia Mix, Camila Rojas, Gael Yeomans e Natalia Castillo.