«Abdala è Cuba» titolava a tutta pagina martedì il quotidiano dei giovani comunisti Juventud Rebelde. «Più che un vaccino è un paese», gli ha fatto eco il presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel commentando il risultato della terza fase di sperimentazione del siero cubano. I quali certificano che Abdala ha avuto un’efficacia del 92, 28% di risposta immunitaria. Un successo che pone Abdala a livello dei migliori vaccini del mondo. Prodotti questi ultimi dal Big Farma che ha ricevuto investimenti miliardari, mentre Cuba è sottoposta (da più di 60 anni) a un blocco economico, commerciale e finanziario unilaterale da parte degli Usa.

Un «bloqueo criminale» che è stato condannato mercoledì all’Assemblea generale dell’Onu da 192 paesi. La mozione presentata da Cuba ha ricevuto il «no» solo da Usa e Israele e l’astensione di Brasile, Colombia e Ucraina.

Più che giustificato dunque l’orgoglio con cui Marta Ayala Avila, direttrice generale di BioCubafarma, produttore del siero, ha annunciato i risultati, informando che la sperimentazione di Abdala, iniziata a marzo nell’Oriente dell’isola, ha coinvolto circa 49.000 volontari trattati con un ciclo di tre iniezioni (una ogni 14 giorni). L’efficacia di questo siero, che si basa sulla proteina Rbd, è stata verificata da un organismo indipendente e dovrà essere certificata nei prossimi giorni dall’organismo regolatore nazionale, il CECMED.

In poco più di 48 ore Cuba ha potuto annunciare che due dei suoi cinque sieri candidati hanno superato lo standard richiesto dall’Organizzazione mondiale della salute (OMS) per essere riconosciuti come vaccini: il primo, Soberana 02 prodotta dall’Istituto Finlay, ha raggiunto il 62% di risposta immunitaria (ma con un ciclo di due iniezioni e si sta valutando l’efficacia ritenuta «molto maggiore» con una terza di Soberana Plus) e poi Abdala col 92,28%.

I prossimi passi sono già delineati: dopo la certificazione verrà chiesta l’autorizzazione per un uso di emergenza di modo che «entro la fine di agosto si prevede che il 70% dei cubani sarà vaccinato». Da pochi giorni si sta sperimentando l’uso pediatrico (dai 12 ai 18 anni) di Soberana 02, cui seguirà quello di Abdala. Così «entro la fine dell’anno la gran parte della popolazione di Cuba potrà ricevere un trattamento con vaccini interamente prodotti a Cuba» ha affermato il ministro degli Esteri, Bruno Rodríguez, nel suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu.

I vaccini cubani «sono una speranza per l’America latina» ha affermato José Moya, rappresentante a Cuba dell’Organizzazione panamericana della salute. La sperimentazione dei due vaccini è avvenuta «in uno scenario di circolazione nell’isola di mutazioni del Covid-19..come la variante Beta individuata in Sudafrica e la Alfa in Gran Bretagna». Per questo alcuni paesi latinoamericani sono già interessati all’acquisto dei sieri cubani che, se certificati dall’OMS, potrebbero partecipare al programma Covax dell’Onu. «Speriamo ora che non vi siano ingerenze geopolitiche» ha concluso Moya, con evidente riferimento alla politica anticubana degli Usa.