Wafiq Abu Sido le sente ancora le bombe che esplodono a poche decine di metri da casa sua, a Beit Hanoun, nel nord di Gaza, abbandonata assieme a moglie e figli due settimane fa. «Non c’è più la nostra casa – racconta – (gli israeliani) l’hanno buttata giù con un missile, me l’ha detto un cugino scappato dopo di me. Non abbiamo più nulla». Oltre a dover assicurarsi ogni giorno che i pochi aiuti umanitari disponibili garantiscano a lui e alla sua famiglia almeno cibo e acqua, Abu Sido, 47 anni, vive in condizioni igienico sanitarie a dir poco precarie...