Joe Biden ha presentato la sua proposta di bilancio per l’anno fiscale 2023, una proposta da 5,8 miliardi di dollari che contiene nuove tasse per gli americani più ricchi insieme a nuovi stimoli economici per la difesa e per la sicurezza interna.

IL DOCUMENTO include una nuova proposta fiscale che imporrebbe un’imposta sul reddito minima del 20% per le famiglie con beni del valore di 100 milioni di dollari o più; miliardari come il Ceo di Tesla Elon Musk finirebbero per pagare al governo federale fino a 50 miliardi in dieci anni. Se tutti gli ultra-ricchi pagheranno l’aumento delle tasse chiesto da Biden in 10 anni, nelle casse federali entrerebbero 360 miliardi. Se la proposta di tassare i super ricchi sembra un passo lungo a sinistra, il contenuto delle spese fiscali, in realtà, va verso il centro, e il piano include aumenti considerevoli della spesa per la difesa. La Casa Bianca ha infatti destinato al Pentagono oltre 800 miliardi, un aumento del 10% rispetto all’anno fiscale 2021, e vorrebbe aumentare i finanziamenti per i dipartimenti di polizia con 32 miliardi di nuove spese. La proposta quasi 7 miliardi di dollari per contrastare l’aggressione russa, oltre all’aumento complessivo della spesa militare e a quello destinato alle forze dell’ordine e alla prevenzione della criminalità.
Un piano economico che riflette i timori statunitensi per la sicurezza interna ed esterna e che torna agli armamenti dopo anni in cui la preoccupazione principale era la salute e lo sviluppo economico.

IL PIANO DI BIDEN include anche 26 miliardi per la Nasa, la somma più grande destinata alla scienza nella storia dell’agenzia spaziale, che pone così le basi per l’esplorazione umana su Marte, per mano americana e non russa, come nella guerra fredda.
I progressisti stanno già contestando le spese militari cercate dall’amministrazione Biden: «In un momento in cui stiamo già spendendo di più per l’esercito di 11 Paesi messi insieme, no, non abbiamo bisogno di un massiccio aumento del budget per la difesa», ha affermato in una nota Bernie Sanders.
Ciò che Biden e la Casa bianca hanno sottolineato è che nel complesso, la proposta taglierebbe il budget federale di 1,3 miliardi, e proprio per raggiungere un taglio così massiccio e coprire le aree di aumento dei finanziamenti, la proposta richiede una nuova «tassa minima sui miliardari».

Nel budget non compaiono solo le voci riguardanti le spese militari, e un aspetto notevole della proposta include il voto per posta senza affrancatura, che è una priorità per i gruppi di sinistra. Il voto per corrispondenza infatti è diventato ormai dominante nella maggior parte degli stati a guida dem, dove già viene offerto senza le spese di francobolli per incentivare i cittadini ad andare a votare; se dovesse passare la proposta di Biden questo incentivo si espanderebbe a livello federale, in un momento in cui il Gop rema contro ogni tipo di espansione del diritto di voto.

Oltre a scontentare la sinistra la proposta di budget non convince i repubblicani, che con l’avvicinarsi del voto di midterm, in calendario per l’inizio di novembre, restano alle costole del presidente: «Ciò che mostra questo bilancio è che il presidente Biden apprezza più spese, più debiti, più tasse e più dolore per il popolo americano», ha affermato Jason Smith, rappresentante Gop alla commissione bilancio della Camera.

ALLA CONFERENZA Biden è stato anche incalzato sulla sua frase su Putin («quest’uomo non può restare al potere»). E ha sottolineato come le sue affermazioni non indicassero che gli Usa sono impegnati in un cambio di regime: «L’ultima cosa che voglio è impegnarmi in una guerra di terra o nucleare in Russia». Con quella frase, ha specificato, «stavo esprimendo il mio oltraggio per il comportamento di quest’uomo. È più un’aspirazione che altro: non dovrebbe restare al potere»