La Corte Suprema ha affrontato ieri il caso degli sforzi di Trump per porre fine a un programma voluto da Obama, il Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals) che protegge più di 700.000 immigrati “dreamers”, giovani americani arrivati in Usa da bambini a seguito di genitori illegali. Trump ha sempre affermato che il programma di Obama è incostituzionale in quanto implementato tramite ordine esecutivo. Il caso è passato attraverso il giudizio di tribunali inferiori, i quali hanno sempre concluso che la decisione di Trump di chiudere il Daca è «arbitraria e capricciosa».

In più di un’occasione Trump ha usato il Daca come merce di pressione sui democratici del Congresso per ottenere il via libera alla costruzione del muro o per far passare il bilancio. Mentre scriviamo la Corte Suprema non si è ancora sciolta ma non sembra mettersi bene per i dreamers: la maggioranza conservatrice ritiene lecite le motivazioni di Trump. A Washington sin dalla mattina sono susseguite manifestazioni davanti la Corte Suprema per chiedere di mantenere il Daca, in cui favore si sono espressi tutti i candidati democratici.

Donald Trump ha aperto la giornata scrivendo su Twitter che molti dreamers non sono angeli, che sono vecchi criminali incalliti, ignorando il pre requisito necessario per far parte del programma di Obama: una fedina penale pulita. Le Aclu (American Civil Liberties Union) degli Stati liberal cercano di rassicurare i dreamers. Aclu New Jersey ha scritto: «Indipendentemente dall’esito del caso Daca di oggi, NJ può proteggervi continuando a garantire l’accesso alle patenti di guida – che in Usa sono il documento principale – ed espandendo l’accesso oltre il Daca».

Il senatore democratico Dick Durbin ha sottolineato che Trump «è sempre particolarmente crudele quando si tratta di immigrazione, in particolare quando si tratta di bambini e giovani». Lo conferma il numero record diffuso dalla Associated Press di 69.550 bambini migranti che solo nell’ultimo anno sono in custodia del governo degli Stati uniti. Abbastanza da riempire uno stadio professionale di football.