Giovanni Battista Zorzoli, storico esperto di energia in Italia, si aspettava lo shock sul prezzo del gas?
È chiaro che la guerra in Ucraina ha influito ma quello a cui stiamo assistendo è dovuto quasi interamente alla speculazione. Il mercato Ttf di Amsterdam che fissa il prezzo del gas in Europa si basa sui futures con pochi operatori e un volume di scambi di un solo miliardo al giorno: è dunque un mercato ballerino per definizione e meramente speculativo. In più l’Olanda sfrutta la situazione perché esporta gas e ai prezzi odierni è infatti l’unica ad avere una bilancia commerciale in attivo.

Lo storico esperto di energia Giovanni Battista Zorzoli

Ma allora perché nessuno in questi mesi ha proposto di contrastare questa situazione e l’evidente speculazione?
Bella domanda. È assurdo. Io da mesi ho sollevato il problema trovando ascolto nel presidente della commissione Industria del Senato Girotto (M5s, ndr) proponendo di sospendere il prezzo come succede in ogni borsa quando un titolo fluttua troppo. Ho provato anche a spiegarlo al governo Draghi ma nessuno mi ha ascoltato.

Ha provato a parlarne con il ministro Cingolani?
Cingolani è un incompetente che è stato messo lì per togliere il posto a Giovannini, che invece conosce il tema della transizione energetica e avrebbe disturbato certi interessi. Cingolani invece va benissimo: non capendoci niente, ascolta i consigli interessati di chi non vuole la transizione.

Anche lei pensa che l’unica soluzione possibile è quella europea?
Sì e difatti è bastato che lunedì la Germania cambiasse idea sul tetto che il prezzo è sceso immediatamente. Comandano ancora loro in Europa. Ma ora hanno un governo diviso e sono molto in difficoltà.

Secondo lei il tetto andrebbe imposto solo alla Russia o a tutti i paesi produttori?
Imporlo solo alla Russia è una sciocchezza. Abbiamo già ridotto la dipendenza al 20%, lasciamo il prezzo invariato per il restante 80%? Anche se temo ancora che il price cap non passerà bisogna imporlo a tutti i produttori.

Ma così facendo i vari Norvegia, Algeria non ridurrebbero le forniture?
No perché, diversamente dalla Russia che può vendere alla Cina, non possono venderlo ad altri. Se lo fissano a 100 euro dovremmo stappare bottiglie.

Le conseguenze del boom del prezzo del gas però vengono da lontano e le subiremo sicuramente questo inverno…
Sì, vengono dal 2016 quando per una sbornia da liberalizzazione in Italia si decise di cancellare i contratti a lungo termine con cui si comprava l’energia, specie per il mercato tutelato, dove pesavano per il 50%. Il loro prezzo era leggermente più alto del mercato libero perché contenevano una “assicurazione implicita” che non sarebbe salito per 4-5 anni. Si disse: “Usiamo i contratti spot che costano meno”. Ora che il prezzo è esploso paghiamo conseguenze drammatiche. Se avessimo ancora i contratti a lungo termine le famiglie deboli pagherebbero l’energia 40-50 euro al Mwh, non dieci volte tanto.

L’Italia in più paga il fatto di avere un mix energetico molto arretrato. Lei è il pioniere in Italia sul tema, come giudica chi sostiene che la guerra e l’inflazione devono far rimandare il green new deal europeo?
Sono stupidaggini. Sì, siamo messi molto male sull’energy mix anche se sulle rinnovabili stiamo recuperando molto in fretta, specie sul fotovoltaico e l’eolico. I produttori non hanno più bisogno di incentivi e ci sono privati disposti a investire su progetti per decine di Gigawatt, bloccati dalla burocrazia. Solo investendo sulle rinnovabili possiamo migliorare strutturalmente la nostra situazione.

Si discute molto sui rigassificatori di Piombino e Ravenna. Per lei sono utili?
Bisogna distinguere. Sono assolutamente contrario a nuovi rigassificatori fissi che ci terremmo per 20 anni invece di investire in rinnovabili. Nell’attuale emergenza però le navi rigassificatori possono servire. Se fatte in sicurezza e lontano dalla costa possono dare una mano. Finita l’emergenza non serviranno più.

A destra (e Calenda) intanto si torna a parlare di nucleare. Lei se ne occupò addirittura per il Pci.
Guardi, io studiavo il nucleare negli anni ’70 perché era l’unica ricerca innovativa al tempo. Sono diventato contrario a questa tecnologia non per motivi ideologici ma quando ho visto che solo per questa tecnologia all’aumentare della produzione, aumentavano i costi di produzione. Il problema è nella sicurezza: per renderla sicura servono sistemi sempre più complessi e i costi conseguentemente salgono.

Calenda parla di reattori di quarta generazione e più piccoli.
I reattori di 4° generazione sono già stati scartati negli anni ’70. Quanto ai reattori piccoli, i primi hanno avuto costi quadruplicati e saranno disponibili fra 11 e 17 anni. In più non sono sicuri. Già non riusciamo ad avere i permessi per i parchi fotovoltaici, lei se li vede in Italia reattori disseminati per il territorio? Solo le rinnovabili sono il futuro: un futuro sostenibile e meno costoso.