«Abbiamo gravi carenze di sistemi di difesa aerea» ha dichiarato ieri da Vilnius il presidente ucraino Zelensky, sottolineando che sono «ciò di cui abbiamo più bisogno». Il capo di stato ha riconosciuto, tuttavia, che le scorte sono scarse nei Paesi che potrebbero fornire tali armamenti. «I magazzini sono vuoti. E ci sono molte sfide per la difesa mondiale».

Per questo in Ucraina da mesi i funzionari di Kiev cercano in ogni modo di accelerare lo sviluppo dell’industria bellica nazionale. Collaborazioni con aziende straniere, come quella siglata a metà dello scorso anno con la turca Bayraktar, leader mondiale nella produzione di droni militari d’assalto. Progetti congiunti per lo sviluppo, come nel caso dei programmi condivisi con la Polonia. E, anche se meno strategici ma decisamente più utili nell’immediato, accordi con i governi stranieri per la fornitura di munizioni e sistemi d’arma.

È anche per questo che Zelensky ieri ha visitato a sorpresa il suo omologo lituano, Gitanas, Nauseda, accompagnato da una nutrita rappresentanza di funzionari governativi. Questi ultimi hanno firmato diversi documenti sulla cooperazione per la produzione congiunta di armi. Accordi simili sono attesi anche negli altri Paesi baltici che il presidente ucraino dovrebbe visitare a partire da oggi. Zelensky ha scritto sul suo canale ufficiale Telegram che il suo viaggio di due giorni in Lituania, Lettonia ed Estonia sarà incentrato sui problemi di sicurezza, sulle speranze dell’Ucraina di entrare a far parte dell’Unione europea e della Nato e sulla creazione di partenariati per la produzione di droni e dispositivi per la guerra elettronica.

Nella conferenza stampa congiunta a conclusione dell’incontro a porte chiuse, Nauseda ha fatto sapere che la Lituania invierà all’Ucraina munizioni, generatori e sistemi di detonazione questo mese, e a febbraio fornirà veicoli corazzati per il trasporto di personale militare. Tutto sommato il pacchetto promesso da Vilnius si aggira intorno ai 200 milioni di euro. «Sappiamo quanto sia stancante questa lunga guerra e siamo interessati alla completa vittoria dell’Ucraina nel più breve tempo possibile» ha dichiarato ai giornalisti il presidente lituano. Zelensky lo ha ringraziato «per l’assistenza militare e la buona volontà» aggiungendo che «abbiamo dimostrato che la Russia può essere fermata, che la deterrenza è possibile». Ma servono più armi, dice il presidente ucraino, e il primo viaggio diplomatico dell’anno sembra rivolto proprio a questo scopo. I Paesi baltici, infatti, sono tra i più convinti sostenitori politici, finanziari e militari dell’Ucraina, anche in virtù del fatto che spesso si avanza l’ipotesi che questi possano essere il prossimo obiettivo di Mosca in caso di allargamento del conflitto.

Per il momento, in ogni caso, il conflitto resta sanguinosamente in Ucraina. Ieri il governatore della regione di Kharkiv, Oleg Sinegubov, ha accusato la Russia di aver danneggiato un ospedale pediatrico durante l’ultimo bombardamento del capoluogo, avvenuto martedì sera.