Patriots e munizioni sono le due nuove parole d’ordine della guerra in Ucraina per il governo di Kiev. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha recentemente dichiarato al Financial Times: «I soldati ucraini vengono attaccati in modo massiccio e quasi costante da bombe aeree guidate che spazzano via le nostre posizioni. Non è possibile bloccarle, non ci si può nascondere, l’unico modo per proteggersi è abbattere il bombardiere che le trasporta». E dunque: «Ci serve assolutamente il sistema missilistico di contraerea Patriot».

Domenica il presidente Zelensky era stato addirittura più perentorio: «La difesa aerea si sta esaurendo, se i russi continuano a colpire l’Ucraina ogni giorno come hanno fatto nell’ultimo mese, potremmo rimanere senza missili» e senza aiuti «l’Ucraina perderà la guerra».

È UNA DELLE PRIME VOLTE che il capo di stato lo dice così chiaramente, ma come ha evidenziato durante la visita alle truppe nella regione di Kharkiv ieri, «la situazione è tremenda». Alle richieste di Kuleba ha risposto indirettamente l’Alto rappresentante per gli Affari Esteri dell’Ue, Josep Borrell: «È inconcepibile che non siamo in grado di fornirgli i sistemi Patriot, dato che gli eserciti occidentali ne hanno circa 100 batterie. Ho parlato con Kuleba alcuni giorni fa e lui chiede disperatamente 7 batterie, eppure non siamo in grado di fornirgliele». Borrell ha lasciato l’uditorio in silenzio quando ha ribadito che «la possibilità di una guerra convenzionale ad alta intensità in Europa non è più una fantasia». Ancora una volta l’Alto rappresentante è tornato sulla necessità per i Paesi europei di dotarsi di eserciti «adeguati alle nuove minacce», riferendosi evidentemente alla Russia, anche se ha ammesso che «al momento la prospettiva di un esercito comune europeo è molto lontana».

«Dall’inizio della guerra in Ucraina» ha spiegato Borrell «l’80% di tutte le armi acquistate in Europa è stato comprato da fornitori che producono fuori dai nostri confini. E l’80% di questo 80% viene dagli Usa. Non possiamo permetterci questa forte dipendenza se vogliamo davvero essere responsabili». Ma essere responsabili in questo caso significa essere pronti a una guerra. E, stando alle indiscrezioni pubblicate sul Foglio rispetto alle stime europee delle forze in campo in un ipotetico confronto con la Russia, l’Ue è significativamente inferiore (almeno 1 milione in meno) rispetto al numero di soldati a disposizione. C’è da sottolineare che il livello di avanzamento tecnologico e le potenzialità degli armamenti Nato sono generalmente superiori a quelle russe, ma da qualche tempo a questa parte siamo nella psicosi da guerra imminente e i distinguo sembrano retaggi del tempo di pace.

TRA L’ALTRO, nonostante l’imponente incremento di utili degli ultimi due anni, si parla di 50% in più negli ultimi 12 mesi e 25% da inizio anno, l’agenzia di rating Goldman Sachs avrebbe pubblicato un report che affossa tutto il comparto Aerospaziale e Difesa. L’indice che afferisce a questo campo, chiamato Stoxx600, sta infatti perdendo il 3,3% e tutte le grandi industrie che si occupano di produzione militare ne soffrono di conseguenza. Per citare solo alcuni casi eclatanti: l’italiano Leonardo perde il 7,8%, la tedesca Rheinmetall (la famosa industria dei tank Leopard) cede il 9%, Thales in Francia lascia il 5,4% e Bae Systems in Gb il 4,5%. Difficile pensare a una crisi delle armi in tempi del genere ma ieri è questo il messaggio che le borse hanno inviato. Probabilmente la preoccupazione è più per le intenzioni dei vari stati di investire ancora nel settore militare che per la reale capacità del comparto Difesa di vendere.

Intanto sul campo Kiev e Mosca continuano a scambiarsi accuse reciproche sui droni che hanno «scalfito», per la prima volta dall’inizio del conflitto, gli edifici centrali dell’impianto atomico di Zaporizhzhia. Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha chiesto «una sessione straordinaria dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica» per fare luce sugli attacchi recenti di cui il Cremlino ha incolpato l’Ucraina. Ma da oltreoceano, il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller, ha definito il comportamento russo a Zaporizhzhia «un gioco pericoloso».

IN ATTESA DI CHIAREZZA i bombardamenti non si fermano e gli ucraini sarebbero riusciti a colpire un centro di addestramento per piloti dell’aeronautica nella regione di Voronezh con tre droni, di cui due a segno, anche se Mosca per ora smentisce. Dall’altro lato del fronte le bombe russe hanno lasciato al suolo almeno 6 civili in bombardamenti diffusi su tutto il territorio, da Leopoli all’est. Nelle alte sfere dell’esercito, invece, il presidente Zelensky ha rimosso altri due generali: si tratta dei capi dei comandi sud e ovest Kovalchuk e Litvinov che sarebbero stati sostituiti con Gennadii Shapovalov e Volodymyr Shvedyuk.