Le previsioni pessimistiche della legale Hoda Nasrallah si sono rivelate esatte: ieri a Patrick Zaki, studente dell’Università di Bologna, sono stati comminati altri 45 giorni di detenzione preventiva. È in carcere al Cairo dal 7 febbraio 2020 e il timore è che il regime aspetti il febbraio 2022 per rilasciarlo, a scadenza dei due anni previsti dalla legge egiziana per le detenzioni cautelari.

L’ultima udienza si era tenuta lunedì, ieri la Corte d’assise del Cairo ha dato il responso. Rigettata, aggiunge Nasrallah, anche la richiesta della difesa di cambiare il collegio giudicante.

«Vorremmo che il governo italiano facesse subito una cosa, perché può farla subito: convocare l’ambasciatore egiziano a Roma per esprimere tutto lo sconcerto per questo accanimento e chiedere che sia rilasciato», le parole a caldo di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

E mentre Lia Quartapelle (Pd) annuncia l’iniziativa del 7 maggio, l’illuminazione dei municipi e delle finestre private per chiederne il rilascio, il collega di partito Filippo Sensi in un tweet torna a chiedere al governo di concedere a Patrick la cittadinanza italiana».