«Incidental collections», «intercettazioni accidentali»: le comunicazioni del presidente degli Stati uniti, Donald Trump, potrebbero essere state raccolte in modo «accidentale» dall’intelligence statunitense durante la transizione, ovvero il periodo tra la vittoria alle elezioni e l’insediamento alla Casa bianca. Ssecondo il capo della Intelligenge House Committee degli Usa, il repubblicano della California Devin Nunes, il team di transizione di Donald Trump sarebbe stato monitorato da Obama nel periodo che va dallo scorso novembre, fino al febbraio 2017. Le «intercettazioni» sarebbero legali e sperse tra i vari report dell’intelligence e sarebbero frutto di un caso. Di certo però a essere monitorati sarebbero state le prime telefonate ai leader stranieri di Donald Trump da inquilino della Casa bianca, per quanto ancora non insediatosi.

Significherebbe, se la notizia fosse vera e verificata, che Donald Trump e la sua squadra sarebbero stati intercettati, per quanto in modo legale, secondo Nunes, ben dopo l’elezione di alla presidenza americana. Secondo Nunes – che ieri ha riferito direttamente a Trump stando alla notizia uscita su Politico.com – si tratterebbe di monitoraggio legale – e allora dovrebbe anche chiarire di che tipo di «attenzione» si sia trattata – e non avrebbe a che vedere con la Russia e le polemiche legate ai presunti contatti tra Trump e Mosca, tali da provocare una eventuale ingerenza di Mosca nelle elezioni americane, per non parlare dei «legami» tra la Russia di Putin e molti stretti collaboratori del neo inquilino alla Casa bianca. Il repubblicano David Nunes ha affermato di essere venuto a conoscenza di queste possibile intercettazioni, esaminando rapporti di intelligence ma non relativi ai contatti con la Russia. Nunes ha quindi sottolineato che si tratterebbe di attività legali. Alla domanda sulla possibilità che Trump sia stato «spiato», Nunes ha risposto che bisognerebe prima capirsi su cosa si intenda per «spiare».