L’immersione nella cultura mongola, il legame profondo tra umano e animale, un territorio che sperimenta cambiamenti profondi: sono alcuni degli elementi di To Kill a Mongolian Horse, l’opera prima della giovane regista Xiaoxuan Jiang, presentata al Lido alle Giornate degli autori. Al centro vi è la storia vera di Saina, un cavallerizzo con crescenti problemi finanziari, tali da spingerlo ad abbandonare gradualmente i pascoli per indossare l’armatura ed esibirsi come performer-cavaliere negli show serali indirizzati ai turisti. La città o la campagna, la rampante economia cinese o la dura sussistenza mongola, il capitalismo o la tradizione, sono le fratture insanabili...