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Luciana Fina, ricordati il Portogallo

Luciana Fina, ricordati il Portogallo

Venezia 81 Il documentario «Sempre» presentato nell’ambito delle Giornate degli Autori (sezione Notti Veneziane), in anteprima mondiale: tramite l’utilizzo di autentiche immagini d’archivio provenienti dalla Cinemateca Portuguesa e della RTP (Rádio e Televisão de Portugal), un racconto della caduta del regime salazarista in Portogallo

Pubblicato 27 giorni faEdizione del 7 settembre 2024

«A un certo punto, era un’estate, andammo tutti in Portogallo a vedere un colonnello, Otelo de Carvalho, chi era?» la voce di Nanni Moretti in Bianca invita alla memoria, ma un documentario ci riporta fatti e volti. L’anniversario dei cinquant’anni della rivoluzione dei garofani è volato via, tra le tante ricorrenze, ed ora il documentario di Luciana Fina Sempre arriva con tutta la forza della sua creatività a renderci partecipi di quel clima vittorioso. Ci riporta a quel grande movimento popolare senza neanche bisogno di sventolare tanti garofani rossi, usati con parsimonia e sottintesi nell’abbondanza degli slogan e di un inventivo uso delle scritte sui muri, un frullato di montaggio. Luciana Fina, regista e produttrice italiana autrice di installazioni esposte in vari musei e film (In media res, Tercero andar in selezione ufficiale a DocLisboa, Questo è il piano, Andromeda) che vive a Lisbona e lavora alla Cinemateca portuguesa ha realizzato Sempre a partire dalla sua installazione creata per rendere omaggio al 25 Aprile 1974 e che sarà aperta al pubblico fino al 29 giugno 2025.

Sempre è un’occasione straordinaria per rivedere attraverso cinegiornali, servizi della televisione (ETP), documentari e film, momenti di storia, di lotta, di cinema, di trasformazioni sociali, di cambiamento possibile. Sottolineato musicalmente dalla composizioni di Fernando Lopes-Graça che ha svolto un ruolo fondamentale nella lotta di resistenza clandestina contro la dittatura del regime di Salazar e che sul poema di Armindo Rodrigues, ha fatto nascere il famoso «Portugal Cravo Vermelho» diventato inno di vittoria.

Nella serie di film che compongono il montaggio compare all’inizio anche All’armi siam fascisti di Del Fra, Mangini e Micciché e la cronologia degli avvenimenti che precedono il 25 aprile in Dois anos de revoluçao di Francisco Salfeld. E come un riepilogo di storia del cinema portoghese i film del documentarista Antonio Campos, di Ricardo Costa, Antonio Reis e Margarita Cordeiro, registi che lanciano un’onda di cinema nuovo, tra le prime docufiction del cinema portoghese riprendendo volti, paesaggi e tensione emotiva realizzati attraverso apparecchiature leggerissime ad alto potenziale espressivo, indagando luoghi a parte come Tras os Montes.

Arriva dalla provincia il ventenne Julio e la città gli diventa ostile: Gli anni Verdi esordio di Paulo Rocha (’63) offre i suoi tormenti al clima generale. Sono testimonianze di luoghi e volti degli anni Settanta, da far confluire tra le tante presenze colte nei cinegiornali di operai studenti soldati e ragazze durante le manifestazioni universitarie («più scuola meno polizia», «università libera»), la documentazione delle assemblee dei cineasti e dei lavoratori de cinema. Torna Ruy Guerra in Mueda, Memória e Massacre (1979) in Mozambico dopo vent’anni di esilio a raccontare un episodio di resistenza anticoloniale.

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