La polizia dello Zimbabwe ha fatto irruzione sul palco, lo scorso 4 marzo, per interrompere il concerto del popolare musicista Winky D, noto per le sue opinioni critiche sulla gestione politica del Paese. Lo ha riportato «Human Rights Watch».
Il vero nome dell’artista è Wallace Chirumiko, 40 anni, una carriera nel solco del reggae-dancehall, ha recentemente pubblicato l’album Eureka Eureka che contiene testi contro l’ingiustizia sociale e politica, la corruzione e il crollo economico dello Zimbabwe. Il concerto si teneva nella città di Chitungwiza, la canzone incriminata, che ha fatto scattare l’intervento, si intitola Ibotso.

I MEMBRI della comunità artistica locale hanno espresso la preoccupazione secondo cui le azioni del governo contro Winky D siano parte di una minaccia più ampia ai diritti e alle libertà fondamentali in vista delle prossime elezioni, previste per l’estate. L’accademico Fred Zindi ha dichiarato a «New Zimbabwe»: «Quanto accaduto dimostra che lo spazio democratico si sta chiudendo. La canzone Ibotso ha scosso le autorità e ha reso Winky D un uomo segnato. Lo Zimbabwe sta tornando all’era di Smith e Mugabe, dove chiunque avesse un’influenza sull’opinione pubblica con idee contrarie ai loro regimi veniva bandito o incarcerato». A conferma di ciò, l’Economic Empowerment Group, un gruppo di lobby affiliato al partito Zanu-PF del presidente Emmerson Mnangagwa, aveva tenuto una conferenza stampa subito dopo l’uscita del disco per sostenere che a Winky D doveva essere vietato di esibirsi in qualsiasi evento pubblico nello Zimbabwe. Il gruppo aveva anche accusato il musicista di aver istigato il dissenso tra i popoli del paese.
Il giornalista Lazarus Sauti ha commentato così: «Il diritto alla libertà di parola è stato intaccato. Winky D nelle sue canzoni non ha promosso la violenza, come recita il testo di Ibotso “Sono solo un cantante, non ho lancia, non ho spada” e l’intervento della polizia è un palese esempio dei tentativi delle autorità dello Zimbabwe di mettere a tacere i senza voce».