L’«auto del popolo» simbolo del Dieselgate, piantata con il muso all’ingiù, davanti al cortile della cancelleria. Così ieri gli attivisti di Greenpeace hanno costretto il governo tedesco a girare la testa sulla piaga delle emissioni di Co2, chiedendo la messa al bando immediata di qualunque tipo di motore a scoppio.

Lo hanno fatto nel giorno in cui nella residenza di Angela Merkel i massimi dirigenti di Csu e Spd, insieme ai ministri con delega ai trasporti, discutevano le nuove linee-guida sulla mobilità, a cominciare dal divieto di circolazione per i mezzi a gasolio.

A Berlino la questione ambientale da sempre è legata a doppio filo a quella dell’industria nazionale, al punto che «in Germania il livello di emissioni è rimasto esattamente lo stesso del 1990» come denunciano gli ambientalisti

«Girati, Bitte» è lo striscione appeso al Touareg che fa smontare dalla Passat blu di servizio il ministro dell’economia Peter Altmeier e la ministra dell’ambiente Svenja Schulze costringendoli a raggiungere la cancelleria a piedi. Un giorno davvero difficile per la Grande coalizione riunita per verificare lo stato di avanzamento dei programmi federali di lotta all’inquinamento proprio alla vigilia del «Friday for Future», che oggi prende il via in 180 città tedesche.

Intorno al tavolo istituzionale i responsabili della «Piattaforma nazionale per il futuro della mobilità» hanno studiato la «calibrazione» delle norme, a partire dal divieto di circolazione dei diesel sul modello di Stoccarda e Amburgo.

Tradotto, significa trovare il compromesso (da sottoporre poi al vaglio del Bundestag) sulla sorte di centinaia di migliaia di mezzi privati e, prima ancora, municipali come bus e camion dei rifiuti. Il piano del governo Merkel prevede di non penalizzare eccessivamente i mezzi obsoleti e delimitare il confine del retrofit obbligatorio dei vecchi motori diesel: una valanga di «eccezioni» alla regola che rischiano così di vanificare la rottamazione delle auto inquinanti, secondo Greenpeace.

Il governo punterà sull’aumento delle tasse per veicoli «meno ecologici» e forse sulla limitazione della velocità in autostrada, anche se il ministro dei trasporti Scheuer rifiuta anche solo l’idea.

A fine mese è prevista comunque la riunione-chiave. Il governo di Berlino riceverà i rappresentanti di Volkswagen, Mercedes, Bmw, le associazioni ambientaliste, il club automobilistico nazionale Adac, che presenteranno le rispettive relazioni sul diesel.