I nazisti li sterminarono nei campi di concentramento tedeschi e polacchi, insieme a ebrei, zingari, gay, disabili e tutte le altre categorie di “sottouomini” condannati a morte dal Terzo Reich. Finora sono stati sempre dimenticati nelle giornate della Memoria, come nella dedica di targhe o monumenti. Giovedì scorso il Bundestag ha finalmente riconosciuto ufficialmente la persecuzione dei cosiddetti «Asociali», costretti prima alla pubblica umiliazione, poi al lavoro coatto e infine torturati e uccisi. Finiti in massa nei Lager oppure morti durante le marce forzate, nella Germania nazionalsocialista erano considerati «criminali di professione» irrecuperabili. Si trattava, invece, di decine di migliaia...