Dodici e ventisette febbraio. E’ in queste due date che si gioca il futuro processuale di Matteo Salvini. Tra cinque giorni l’aula del Senato voterà infatti se concedere o meno l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno per il caso della nave Gregoretti e dei 131 migranti bloccati a bordo per giorni, come richiesto dal tribunale dei ministri di Catania. Esito che non dovrebbe riservare sorprese dopo il «Sì» al processo espresso nella Giunta per le immunità con il voto della stessa Lega. Il 27 spetterà invece ancora alla Giunta esprimersi sulla richiesta avanzata questa volta dal tribunale dei ministri di Palermo che vorrebbe processare il leader della Lega per il caso della nave della ong spagnola Open Arms (164 migranti bloccati per 19 giorni al largo di Lampedusa lo scorso mese di agosto).

L’organismo parlamentare ha cominciato ieri l’esame degli atti inviati dai magistrati siciliani e Salvini ha tempo fino al 17 febbraio per presentare una memoria difensiva oppure chiedere di essere ascoltato. Resta da vedere se anche questa volta la Lega voterà a favore del processo come chiesto per la Gregoretti dallo stesso Salvini. «Questo caso è più complesso» rispetto alla vicenda Gregoretti, «perché qui c’è anche un carteggio tra il presidente del consiglio e il ministro dell’Interno di allora nel periodo di ferragosto» ha detto il presidente della Giunta, il forzista Maurizio Gasparri.

In realtà anche nel caso Gregoretti esiste un carteggio tra i due, solo che secondo il leghista tale documentazione dovrebbe servire a dimostrare come quella di non far scendere i migranti a terra fu il risultato di una decisione collegiale da parte del governo, mentre per la vicenda Open Arms appare chiaro il contrasto tra il premier Conte, che chiede più volte lo sbarco dei minori che si trovano a bordo, e l’ex ministro. Che alla fine comunque cede: «Mio malgrado – scrive infatti Salvini a Conte – darò disposizioni tali da non frapporre ostacoli allo sbarco dei presunti minori, provvedimento preso per tua esclusiva determinazione».

Per i magistrati del tribunale dei ministri di Palermo, che contestato a Salvini i reati di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio, imponendo alla ong spagnola il divieto allo sbarco l’ex ministro ha violato «le convenzioni internazionali, i principi che regolano il soccorso in mare e, più in generale la tutela della vita umana». Anche in questo caso dopo la Giunta toccherà all’aula di Palazzo Madama esprimersi, cosa che potrebbe avvenire ai primi di marzo.