Che tra il microbiologo dell’università di Padova e senatore dem Andrea Crisanti e la regione Veneto guidata da Luca Zaia i rapporti fossero ai minimi termini era noto. Ma ci sono volute le intercettazioni della procura di Padova – svelate ieri dalla trasmissione Report – per rivelare il livello dello scontro. «È un anno che prendiamo la mira a questo (…) Stiamo per portarlo allo schianto e voi andate a (…) togliere le castagne dal fuoco al Senato Accademico per sistemare Crisanti!» avrebbe detto Zaia a Roberto Toniolo, dg della Asl regionale che gestisce la sanità veneta. Crisanti, per avere le mani libere e rivalersi in tribunale contro il governatore, ora lascia l’ateneo di Padova. «L’università – spiega il microbiologo al manifesto – ha molti rapporti legittimi con la Regione. Perciò, preferisco rinunciare alla posizione accademica nel momento in cui si apre un contenzioso proprio con la Regione. E poi nelle intercettazioni compaiono affermazioni anche di miei ex-colleghi di Padova. In ogni caso, dalla mia elezione ero in aspettativa».

Le parole del presidente della Regione sono contenute nel fascicolo dei pm che indagano sulla regolarità degli appalti regionali per l’acquisto di tamponi antigenici usati dal Veneto per affrontare la seconda ondata della pandemia. Nella prima metà del 2020 era stato Crisanti a coordinare la rete dei tamponi. Grazie a lui la Regione si era attrezzata per effettuare un numero di test molto superiore rispetto alle altre. Così, nonostante la prima vittima ufficiale di Covid fosse stata registrata proprio a Schiavonia (Pd), nella regione di Zaia si sono registrati meno di duemila decessi nella prima ondata, contro gli oltre sedicimila della Lombardia.

Per il prosieguo della pandemia, la Regione aveva preferito affidarsi ai tamponi antigenici con una spesa di centinaia di milioni di euro – su cui ora indaga la procura – ma ritenuti meno accurati dallo stesso Crisanti. Contro le critiche al suo operato, Toniolo aveva presentato un esposto (poi archiviato). La rinuncia a ulteriori azioni contro Crisanti ha però scatenando l’ira di Zaia come risulta dalle intercettazioni.

La Asl ora si difende e parla di strategia «tesa al perseguimento dell’obiettivo ultimo di prevenire il più possibile contagi, ricoveri e decessi» e fondata «su indicazioni tecnico-scientifiche di livello internazionale e nazionale». Da Zaia, invece, nessun commento.