Joe Biden ha annunciato il divieto di importazioni di petrolio, gas naturale e carbone dalla Russia.
«Gli Stati Uniti stanno prendendo di mira l’arteria principale dell’economia russa. – ha detto il presidente durante una conferenza stampa dalla Casa bianca – Stiamo vietando tutte le importazioni di petrolio, gas ed energia russi. Ciò significa che il popolo americano infliggerà un altro potente colpo alla macchina da guerra di Putin».
La mossa statunitense è unilaterale, slegata dagli alleati a causa del disaccordo tra le nazioni europee sull’opportunità di vietare le importazioni di energia da Mosca, visto che i Paesi dell’Ue sono più dipendenti dall’energia russa rispetto agli Stati uniti, e Biden ha affermato di capire le ragioni degli alleati se non saranno in grado di allinearsi alla misura.

NEL 2021 le importazioni Usa di energia dalla Russia hanno rappresentato circa l’8%, di cui solo il 3% era petrolio greggio. Cionoostante la Casa bianca ha impiegato più di una settimana per capire come e se tagliare le importazioni, ha specificato il Dipartimento dell’Energia, aggiungendo che nelle ultime due settimane di febbraio, quando le società statunitensi hanno interrotto i legami con la Russia, le importazioni di petrolio russo erano già scese a zero, attuando di fatto il divieto.
Il problema è che, a pochi mesi dal voto di midterm, questa mossa potrebbe portare all’aumento dei prezzi della benzina, che ha già raggiunto la media nazionale record di 4,17 dollari per gallone, una crescita notevole rispetto ai 3,62 di un mese fa e i 2,77 di un anno fa.

La decisione è stata difficile per Biden anche perché, essendo semi unilaterale, si scontra con la diffidenza nel perseguire qualsiasi azione che metta in pericolo l’alleanza attentamente coordinata che è stata fino ad ora il punto focale della risposta dell’occidente a Putin, ma alla fine la pressione politica interna bipartisan ha reso insostenibile un rinvio del divieto. La manovra, però, non sarà indolore. «Il passo che stiamo facendo è per infliggere ulteriore dolore a Putin, ma ci saranno dei costi anche qui negli Stati uniti – ha detto Biden – È da quando ho affrontato questo tema per la prima volta che dico di come difendere la libertà ci costerà», che «avrà un costo per i consumatori, soprattutto alla stazione di servizio, ma faremo di tutto per minimizzare l’aumento dei prezzi qui da noi».
Inquadrando l’aumento del costo di petrolio e gas come «l’aumento dei prezzi di Putin», Biden ha promesso di usare la sua autorità per ridurre al minimo l’impatto economico di questa mossa sugli americani, e ha intimato alle aziende di non sfruttare i consumatori con un continuo aumento dei prezzi.

GLI STATI UNITI hanno già implementato una serie di misure economiche per danneggiare la Russia, inclusa l’imposizione di sanzioni alla sua banca centrale e agli oligarchi vicini a Putin, ma fino ad ora l’amministrazione aveva cercato di proteggere i mercati energetici globali dall’impatto del divieto di petrolio e gas russi, tenendo d’occhio l’impennata dei prezzi in patria.

IN QUESTO PASSO però gli Usa non sono del tutto soli: ieri anche il Regno unito ha annunciato che eliminerà gradualmente le importazioni di petrolio russo entro la fine dell’anno. «Siamo fiduciosi – ha detto il primo ministro Boris Johnson – che lavorando con l’industria questo obiettivo possa essere raggiunto entro l’anno, dando abbastanza tempo alle compagnie per adattarsi e facendo in modo che i consumatori siano protetti».
Nel frattempo anche McDonald’s – dopo le critiche e gli inviti al boicottaggio per essere rimasta una delle poche aziende statunitensi in Russia – ha annunciato che sopenderà le attività nei suoi 850 punti vendita nel Paese.