Il Super Tuesday è arrivato, e non è un “supermartedì” qualunque. Il giorno in cui negli Stati Uniti si vota contemporaneamente per le primarie in 15 stati su 6 fusi orari di solito segna il momento in cui si iniziano a sfrondare le liste dei candidati e la battaglia si fa più chiara. Non quest’anno. I giochi sono già fatti da settimane, è chiaro che i due candidati alla gara presidenziale del 2024 saranno Trump e Biden, di nuovo.

Ma se il presidente non ha mai avuto alcuno sfidante reale, Trump fino all’ultimo minuto si è dovuto confrontare con l’ex governatrice della Carolina del Sud Nikki Haley, che ha continuato a fare campagna elettorale. Due giorni prima del Super Tuesday, Haley ha fatto due comizi in Texas, dove Trump non si é mai fatto vedere, tanto è certo di vincere. A Houston, città democratica nel Texas repubblicano, Haley ha attirato circa 600 persone che a mezzogiorno di lunedì si sono presentate in un bar immerso nel nulla di un piccolo suburb alle porte della città. «Se dovesse vincere Trump non voterò per lui a novembre – dice Jim, 60enne – voterò per Biden. Erano 40 anni che non votavo per un democratico, c’è voluto Trump per farmelo fare».

NEGLI ULTIMI giorni dal palco Haley ha alzato il tiro degli attacchi contro Trump, dicendo di essere la candidata che può salvare il Paese, facendo intendere che gli Usa sono messi in pericolo più dal suo compagno di partito che da Biden. Ai suoi comizi, sin dall’inizio di queste primarie a gennaio in Iowa, è facile incontrare indipendenti e democratici che si sono registrati nelle file dei repubblicani per poter votare contro Trump, più che a favore di Haley. «A Washington, Dc Haley ha inflitto a Trump la sua prima sconfitta questo fine settimana con il 63% dei voti – ha scritto sul Washington Post Dana Milbank, indipendente e neo iscritto repubblicano – e il mio è stato uno dei 1.274 voti che ha ottenuto. Mentre i repubblicani di 15 stati si recano alle urne per le primarie del Super Tuesday, posso solo sperare che resti valida la massima politica senza tempo: come vota il Distretto di Columbia, così vota la nazione».

Con l’aria di incertezza che circonda il suo finale di partita nella corsa presidenziale, crescono anche le speculazioni sulla possibilità che, non riuscendo a battere Trump da repubblicana, Haley si ripresenti come indipendente, togliendogli comunque una manciata di voti a novembre. Ma questa idea non sembra convincere gli analisti politici. «Potrebbe esserci appetito per un terza persona in gara – ha dichiarato Tucker Martin, storico stratega repubblicano – ma la domanda è: qualcuno in effetti ordinerà questo piatto?»

IN ATTESA dei risultati del Super Tuesday meno combattuto della storia, ad avere più attenzione del solito sono i down ballot, le corse a cariche minori (che spesso servono a mandare la gente ai seggi anche per quelle maggiori). In Texas il procuratore generale super-trumpiano Ken Paxton ha lanciato la sua campagna a settembre, dopo che il Senato lo ha assolto dalle richieste di impeachment presentate dalla Camera statale, controllata dai repubblicani. Con la sua campagna quello che Paxton sta cercando è una punizione per i colleghi di partito della Camera che hanno votato per metterlo sotto accusa. In particolare, sta sostenendo la sfida del repubblicano David Covey contro il presidente della Camera Dade Phelan, che è il principale nemico dell’ala ribelle del Gop. La base più feroce per l’impeachment di Paxton si trova proprio nella contea di Collin e, in uno stato in cui le guerre politiche si svolgono sui territori regionali, Paxton – che vive lì – ha preso sul personale il fatto che la delegazione della sua contea abbia votato per metterlo sotto accusa per corruzione e abuso di potere. Per il suo tour di vendetta Paxton ha speso più di 2,5 milioni di dollari.

IL GOVERNATORE Gregg Abbott, da canto suo, ha speso più di 6 milioni di dollari, tra la fine di gennaio e la fine di febbraio, contro i repubblicani della Camera del Texas che lo avevano sfidato sui voucher scolastici che avrebbero permesso di dare alle famiglie i soldi dei contribuenti per l’istruzione privata e domiciliare. Per screditare i suoi oppositori il governatore del Texas li ha attaccati pubblicamente su questioni legate alla protezione dei confine, nonostante tutti i repubblicani alla Camera abbiano costantemente finanziato tutte le operazioni di sicurezza riguardo l’immigrazione.