Il Partito comunista del Cile ritorna in Senato con Claudia Pascual, dopo un’assenza che risale al colpo di stato contro Salvador Allende, mentre la Camera dei Deputati potrà contare sulla presenza di Emilia Schneider, la prima deputata trans del paese. Entrambe sostenitrici di Gabriel Boric al ballottaggio presidenziale di domani, si ritroveranno in un Congresso che, rompendo gli equilibri degli ultimi trent’anni, non sarà dominato dai due settori tradizionali che si sono alternati al potere dal ritorno alla democrazia e nel quale il prossimo presidente non avrà la maggioranza.

I SETTORI PROGRESSISTI CILENI, dai risultati del 21 novembre scorso in poi si sono interrogati su cosa sia successo tra la rivolta del 2019, la loro richiesta di trasformazione sociale e di riforma costituzionale, e la vittoria dell’estrema destra di José Antonio Kast. «Non credo che il Cile abbia fatto un passo verso destra, ma credo che dobbiamo mobilitare le persone che vogliono trasformazioni, diritti sociali, ma anche sicurezza e tranquillità, che è qualcosa che vogliamo anche noi», riflette Pascual.

La leader del Pc cileno introduce così due questioni chiave per il secondo turno: come mobilitare e sedurre coloro che «si astengono olimpicamente» e che nelle cinque elezioni avvenute in Cile negli ultimi due anni hanno costituito almeno il 50% dell’elettorato; e con essa, la richiesta di «vivere in pace», che Kast capitalizzato, come contrappunto alla rivolta dell’ottobre 2019. La senatrice eletta ha fatto propria questa domanda, cercando comunque di reinterpretarla: «La grande differenza con quei settori che sostengono l’ordine e la repressione come vie di pace e stabilità senza trasformazioni, è che per noi l’unica sostenibilità dei processi di pace è con la giustizia sociale». Per Pascual, questa dovrebbe essere l’agenda del nuovo Senato.

EMILIA SCHNEIDER, prima deputata transgender nella storia del Cile, ha iniziato a militare nel movimento studentesco, dove è diventata presidentessa della Federazione studentesca dell’Università del Cile. «Mi emoziona e inorgoglisce, perché mi sento anche depositaria di una responsabilità che va oltre la mia carriera», dice, assicurando anche che «nonostante l’avanzata dell’estrema destra nei “territori”» c’è una maggioranza che crede sia necessario «avanzare verso l’espansione dei diritti».

PASCUAL, DAL CANTO SUO, ha costruito la sua carrieta sull’allargamento dei diritti, essendo stata la prima ministra per le Donne e l’Uguaglianza di Genere del secondo governo Bachelet, quando venne presentato per la prima volta il disegno di legge sul matrimonio egualitario, che dopo anni e diverse modifiche, è stato finalmente approvato lo scorso novembre. È il ministero che Kast ha prima proposto di eliminare, poi di frammentare tra altri portafogli, e che adesso – sostenendo sia stato «un errore» – promette di mantenere. Per Pascual la prima proposta di Kast è stata «un secchio d’acqua fredda» perché svaluta «un’istituzionalità utile al paese», definendo «un trionfo della guerra» il candidato del Partito repubblicano: «È così violento!».

RIGUARDO AI TEMI che spera di introdurre in agenda con la sua presenza nella Camera Alta, Pascual ha dichiarato che cercheranno «meccanismi per rappresentare meglio le grandi diversità del paese» ma anche di «elaborare con maggiore velocità progetti emblematici» come quello contro la violenza sulle donne «che è in Parlamento dal 2016», la proposta di «ridurre la settimana lavorativa a 40 ore», e la «tassa sui super ricchi». Pascual spiega che «la crisi economica durante questa pandemia ha fatto tornare le ollas comunes, ovvero la formula comunitaria e solidale di distribuzione del cibo che durante la dittatura e in altri periodi veniva usata per affrontare la fame. Ci sono di nuovo e molte riescono a offrire solo un piatto al giorno», conclude la senatrice comunista.

 

Emilia Schneider durante la campagna elettorale (Ap)

 

«JOSÉ ANTONIO KAST è come un Piñera estremista o pinochetista», commenta Schneider, che ha evidenziato come se durante la campagna per il primo turno il suo programma era «negazionista dei diritti delle donne, della diversità sessuale, del cambiamento climatico e della disuguaglianza sociale», in vista del ballottaggio Kast si è dimostrato in realtà «un candidato senza programma, perché tutti i suoi portavoce si smentiscono tra loro».
L’ultimo episodio di questo tipo sono stati i commenti transfobici di Johannes Kaiser, deputato eletto del Partito repubblicano, che ha deriso una collega eletta alla Camera sul fatto che dovrà condividere il bagno con Schneider. Lo stesso Kast ha definito Kaiser «rozzo e pacchiano», nonostante quest’ultimo si fosse già dimesso dal partito per commenti simili fatti dopo il primo turno. «Dovranno rispondere davanti ai cittadini per il continuo contributo alla crisi istituzionale e al deterioramento della fiducia nella politica», aggiunge Schneider.

GUARDANDO AL FUTURO del paese, Pascual è consapevole che le trasformazioni «non avverranno da un giorno all’altro» e questo è in parte dovuto al fatto che nel Congresso in cui si insedierà insieme a Schneider l’11 marzo prossimo avrà la maggioranza l’attuale partito di governo guidato da Piñera, che incorporerà anche l’estrema destra di Kast.

Comunque vada domenica, sarà uno scenario complesso per le due legislatrici che sostengono Boric. Entrambe ci ricordano che i processi di conquista dei diritti non sono necessariamente definitivi, ma disputa permanente.

traduzione di Gianluigi Gurgigno

Errata Corrige

La sfida presidenziale di domani vista dalla senatrice comunista Claudia Pascual e da Emilia Schneider, la prima deputata transgender cilena. «Il Paese non ha fatto un passo verso l’estrema destra, ma ora bisogna mobilitare chi chiede trasformazioni all’insegna della giustizia sociale»